Milano, 10 marzo 2014 - Quando la musica si ascoltava in cassetta e le canzoni si producevano fra le mura di casa loro c’erano. L’hip hop era underground puro e semplice, roba da visionari. Ed ecco che Primo e Tormento - complice la giusta dose d’incoscienza (o genialità che dir si voglia) - hanno contribuito alla fioritura di questo genere in Italia. Più precisamente l’hanno visto nascere, morire e poi rinascere ancora. Dopo anni di lavoro in gruppo e come solisti, i due rapper tornano a far sentire le loro rime, sapientemente assemblate in un unico progetto. Esce infatti domani il loro nuovo album “El Micro de Oro” che verrà presentato proprio a Milano.

Primo e Tormento. L’anima dei Sottotono e quella dei Cor Veleno si fondono in un unico disco. Com’è nato questo connubio?

TORMENTO - “Ci siamo trovati dopo un paio di live quasi per caso - anche se in passato avevamo già lavorato insieme - e da lì è nato il brano ‘Mantenere’: un pezzo ben riuscito anche alla luce di com’è stato accolto dal pubblico. Questo ci ha spinto a coordinare le forze e a cominciare ad imbastire un lavoro un po’ più complesso”. PRIMO - “Nel corso degli anni io e Torme abbiamo solidificato il nostro rapporto sia a livello umano che artistico e abbiamo notato che ‘Mantenere’ ci stava portando a dei risultati protratti nel tempo. Così è nata la voglia di ufficializzare un nuovo lavoro fatto a quattro mani e il tutto ha preso una forma anche inaspettata visto che di solito siamo abituati a lavorare su progetti a breve scadenza. Con ‘El Micro de Oro’ siamo andati un po’ contro le tendenze del mercato di oggi dove un album si confeziona nel giro di sei mesi. Il nostro scopo è stato invece quello di creare qualcosa in grado di rimanere anche perchè sentiamo la responsabilità del nostro passato, dei gruppi da cui discendiamo e di tutte le esperienze musicali vissute”.

Eppure incarnate due stili diversi: uno più hardcore, l’altro più soul. Voi stessi in "Solo i più grandi" dite "Siamo Alfa e Omega, siamo lontani dalla A alla Z, facce della stessa moneta…". Di che moneta si tratta?
PRIMO - “Uno dei punti di forza dell’album risiede proprio nella differenza fra i nostri stili. Abbiamo voluto dimostrare che pur provenendo da esperienze differenti le realtà potevano coesistere. E’ un aspetto studiato. Mi piace il fatto che alcune fasi melodiche del ‘maestro’ Torme convivano con alcune più ruvide come le mie”.
TORMENTO - “La frase di ‘Solo i più grandi’ rispecchia un po’ la filosofia dell’album, il suo essere stilisticamente ibrido”.

Parliamo un po’ del disco. Quella di “El Micro de Oro” è stata una lunga gestazione. Nell’agosto 2012 è uscito il primo singolo “Mantenere” mentre a settembre 2013 il secondo estratto “Per stare fresco”. Come mai tanta attesa?
TORMENTO - "Abbiamo scelto di prenderci tempo per non creare niente di forzato e per far sì che il disco nascesse in modo spontaneo. Anche la raccolta dei featuring è un aspetto che abbiamo curato con grande attenzione, chiamando a raccolta alcuni amici del settore".
PRIMO - "Volevamo realizzare un progetto ben fatto. Spesso la scelta delle collaborazioni rappresenta una sorta di ‘riempitivo’ ma per noi nulla doveva essere lasciato al caso. Parte del lavoro è stato realizzato a distanza. Cosa non semplice. Ma l’esperienza ci ha insegnato come muoverci anche in funzione della fase creativa dell’altro".

Cosa significa “El Micro de Oro”?
PRIMO - “Per noi il ‘micro’ è de oro. Prezioso. Volevamo attribuire il giusto valore alla musica e ai suoi strumenti, riconoscergli quell’importanza che merita. Da piccoli ci è persino capitato di dormire coi microfoni. Quando non c’erano studi di registrazione si lavorava da casa e i microfoni erano sparsi praticamente ovunque”.
TORMENTO - "‘De oro’ rappresenta una forma di rispetto verso l’hip hop. Un genere che oggi è dato quasi per scontato. Il titolo del disco indica anche questo: recuperare quella sacralità che gli appartiene”.
PRIMO - “L’intento vuole essere proprio quello di distinguere il nostro progetto dalla ‘carne da macello’. Oggi il rap è moda e come tale spesso è in pasto ai pescecani".

Nell’album sembrano esserci diverse citazioni. Ad esempio in “PE” trapelano sonorità squisitamente “alla Beastie Boys” mentre “Amore di strada” trasuda lo stile dei Sottotono, per non dire “alla Nas”. Quali sono i vostri riferimenti musicali?
TORMENTO - “In effetti nel disco ci sono un bel po’ di influenze e la filosofia è proprio quella di fondere lati più soul a quelli più grezzi, per arrivare al liricismo estremo in stile Nas. Non mancano importanti omaggi al passato come quello a Beastie Boys e Public Enemies. Si tratta di un collage fra vecchio e nuovo ma senza perdere mai di vista i contenuti. Anche nei pezzi più scanzonati come ‘Boomerang’ si cela un forte rispetto per l’hip hop e soprattutto la voglia di non vederlo sbeffeggiato”.
PRIMO - “Anche le fasi più autocelebrative che riguardano la mia composizione nascondono sempre un contenuto. Il rimando ai Beastie Boys che hai notato rappresenta per noi anche un voler andare aldilà dello stereotipo secondo cui il rap è la musica dei neri e testimoniare come invece questo genere abbia coinvolto qualunque tipo di razza portato a una vera rivoluzione nella società”.

Il disco è infarcito di contributi importanti come quelli di Coez, Salmo ed Esa. Le produzioni stesse sono state affidate a veri maestri del beat: da Shablo a Squarta, passando per Fritz Da Cat. Un bel valore aggiunto…
TORMENTO - “El Micro de Oro è un disco ufficiale. Volevamo che sia dalle rime che dai beat trasudasse una sorta di sacralità. Quella profondità di cui oggi l’hip hop ha bisogno. Per questo ci siamo avvalsi della collaborazione di artisti navigati come Shablo o Squarta. Persino nella scelta dei più giovani volevamo qualcuno che, in qualche modo, avesse già dimostrato di possedere quella profondità necessaria come nel caso di Mezzosangue. A soli 21 anni ha già una forte consapevolezza ed è in grado di approcciarsi alla scrittura in modo responsabile e con la giusta dose di ‘sacralità’”.

Nessun conflitto dunque tra voi e le nuove generazioni…
PRIMO - “Direi proprio di no. Quando ho visto Mezzosangue al lavoro mi sono detto ‘Magari fossi stato in grado di scrivere con quel tipo di apertura mentale a 21 anni!’. Nel disco volevamo testimoniare anche il livello di consapevolezza che certi giovani sono riusciti ad acquisire in poco, pochissimo tempo”.

Per chi è cresciuto con la vostra musica nelle orecchie lavorare al progetto dev’essere stato motivo di grande orgoglio…
TORMENTO - “In realtà fra noi veterani e le giovani leve è uno scambio continuo, un dare e avere. E’ bello sapere che sono cresciuti con le nostre canzoni e che ci stimano ma è interessante anche trarre nuovi stimoli da loro”.
PRIMO - “Lavorare in studio con le nuove generazioni ci è servito addirittura a riprendere smalto. Si tratta di una sana competizione. Se i più giovani 'spaccano' anche a noi tocca darci da fare per non essere da meno”.

Le canzoni sono ricche di riferimenti all’attualità e alle dinamiche sociali. In “Governo ombra”, ad esempio, le rime tracciano un quadro impietoso dell’Italia: “…e se il Governo cade, con le sue stronzate, qui non vi si crede più, ma a chi le raccontate…”. Qual è per voi la via d’uscita?
TORMENTO - “Dire che esiste un ‘Governo ombra’ è una cosa quasi scontata. Ciò che bisogna fare è creare un’alternativa. Informarsi e rimboccarsi le maniche per mettere a frutto le proprie potenzialità. Vent’anni fa tutti ci dicevano di lasciar perdere il rap e di cercare un lavoro fisso oggi il lavoro fisso nemmeno esiste più e per assurdo è andata meglio a noi che ci siamo organizzati in modo autonomo. Autocommiserarsi e prendersela con il sistema serve a poco. Per creare qualcosa occorre darsi da fare facendo leva sulle proprie passioni”.

Torniamo al rap e alla sua storia in Italia. Voi che siete sulla scena dall’anno "zero", pensate che esista ancora, o che sia mai esistita, quella guerra intestina fra "Old school" e "New school"?
PRIMO - “Si tratta di semplici fazioni da bar”.
TORMENTO - “E’ un tentativo di schierarsi per smontare il sistema. Mentre nell’ambiente hip hop spesso ci si critica in maniera costruttiva, all’esterno si cerca di farlo con l‘intento di smembrare il genere e mettere le persone contro”.
PRIMO - “Adesso nel mondo del web tutti hanno voce in capitolo e sotto i video spesso non vengono commentati il lavoro o la musica dell’artista ma si tende a paragonare gli artisti fra loro. Il rap è in continua evoluzione, se non ci fosse stata la vecchia scuola non ci sarebbe stata la nova e viceversa. L’una non può prescindere dall’altra”.

Domani ci sarà il lancio ufficiale del disco. Come mai avete scelto proprio Milano?
PRIMO - “Quello che a Roma si fa in un mese a Milano si fa in una settimana. Ma, scherzi a parte, Milano è un po’ la capitale dell’hip-hop. E’ una delle città in cui questo genere a preso vita vent’anni fa e ora la scena è davvero in gran fermento”.

Martedì 11 marzo la presentazione dell’album "El Micro de Oro" alle 18, presso il Mondadori Multicenter di corso Vittorio Emanuele a Milano. Per l’occasione Primo e Tormento incontreranno i fan e firmeranno le copie del disco.

Francesca Nera
francesca.nera@ilgiorno.net