Maurizio Camuti dei Fuoricentro: "Vi canto la mia Milano"/ VIDEO

Il frontman dei Fuoricentro ha dedicato alla sua città un singolo e un video patrocinato dal Comune

Maurizio Camuti

Maurizio Camuti

Milano, 29 agosto 2016 - "Anche la nebbia può scaldare", canta Maurizio Camuti, frontman dei Fuoricentro che ha voluto dedicare l’ultimo video della band alla Milano che non ti aspetti, bella ma non sfacciata, in cui "hai sempre voglia di tornare". Camuti, nato in città ma di origini siciliane, per anni ha vissuto in provincia di Messina. Poi a Milano è tornato per mettere radici. Il paesino di San Piero Patti è sempre scolpito nel cuore, ma dai tempi dell’università la sua vita ruota attorno alla Madonnina: dal lavoro in banca ai live della band.

Banca e musica. Due mondi che sembrano lontanissimi.

"In realtà hanno molte affinità, hanno a che fare entrambi con i numeri, hanno un senso logico matematico. Quando sono tornato a Milano per frequentare l’università, inizialmente avrei voluto iscrivermi alla Paolo Grassi. Mi sono lasciato convincere dai familiari che mi dicevano fosse più utile studiare economia per le prospettive di lavoro future. Ho trovato impiego in banca e ho mantenuto vive le mie passioni, ho continuato a studiare recitazione e canto. Amo il mio lavoro, amo la musica, tutto qui".

Perché Fuoricentro?

"Quando è nato il gruppo, 13 anni fa, cercavamo un nome che lasciasse possibili più interpretazioni. L’idea è venuta al chitarrista, Roberto Arru, e l’ho condivisa. Fuoricentro per me significa anche essere non allineati, una voce fuori dal coro".

Com’è nato il singolo e il video “Milano“?

"Amo infinitamente la mia città e sentivo l’esigenza di scrivere un brano per ringraziarla per quello che mi ha dato: mi ha permesso di continuare a coltivare le mie passioni, appunto, è la città delle occasioni, trovi persone così diverse che interagiscono liberamente. Una libertà di pensiero e confronto che non è affatto scontata. È stato duro in quattro minuti concentrare il mio messaggio".

Corso Como, i Navigli e la Milano dei nuovi grattacieli nel testo e nel video. Un viaggio.

"C’è un omaggio anche alla poetessa Alda Merini. Milano ha dato i natali a persone grandissime, forse talmente grandi che a volte non sono state subito comprese".

Il Comune ha dato il patrocinio al video, una rarità. Perché l’avete chiesto?

"Il patrocinio è gratuito, tutto è stato pagato di tasca nostra. Ma ci piaceva l’idea di presentare il nostro progetto all’assessorato alla Cultura. L’idea è mostrare, anche in musica, le bellezze della città".

Qual è il suo luogo del cuore?

"Piazza Sant’Alessandro. Dà una sensazione di intimità incredibile, è discreta e circondata da edifici belli. Il mio rifugio. Poi amo anche i Navigli. Milano per anni è stata considerata la città del lavoro, la città grigia della nebbia. E invece la sua ricchezza è nascosta nei cortili, all’interno dei palazzi. La si può intuire dalle facciate ma devi entrare, scoprirla davvero. È meno spudorata rispetto a Roma, altra città che adoro".

Progetti nel cassetto?

"A settembre uscirà il nuovo singolo e video sul tema dell’omofobia, “Pia Contessa”. È nato dall’esigenza di parlare di un tema che rientra nell’ambito delle fobie. L’omofobo di fatto è un represso, nutre una sorta di invidia verso chi è libero nei suoi atteggiamenti. E così ho voluto raccontare la storiella di un omofobo, vittima di se stesso e carnefice. Il prossimo singolo? Mi piacerebbe fosse a supporto delle associazioni animaliste".

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