Depeche Mode, al Forum di Assago la band dei primati

Dopo San Siro, bis milanese per la band di Basildon

Dave Gahan, frontman dei Depeche Mode

Dave Gahan, frontman dei Depeche Mode

Assago (Milano), 25 gennaio 2018 - Gli oltre 54mila biglietti volatilizzati sette mesi fa per la tappa del Global Spirit Tour nel cuore in tumulto del “Meazza” non sono bastati a saziare gli appetiti dei fan dei Depeche Mode. Così la “black celebration” della band di Basildon torna sabato e lunedì ad Assago per un bis carico di promesse al Forum.

Non per niente nel 2006 Dave Gahan & Co. vollero proprio Assago come set del loro fortunato docu-film “Touring the Angel: Live in Milan”. Esaurito fino all’ultimo posto lo show di sabato, rimangono pochi biglietti di tribuna gold per quello del 29; destinati presumibilmente a bruciarsi nel giro di poche ore a conferma che Gahan, Andy Fletcher e Martin Gore sono uno degli ultimi culti fondamentalisti dell’elettronica, capaci ancora di avvincere (anche se magari non più di sorprendere) dopo ben trentasette anni d’hit-parade. Le 120 datedi questo ennesimo giro di concerti, ne sono la conferma. «Quando finisce una tournée ci separiamo, perché viviamo in posti diversi del mondo e, di solito, comunichiamo poco. Poi io e Dave ricominciamo a comporre e, quando abbiamo abbastanza materiale, ci troviamo, incidiamo un disco, partiamo in tour; da quel momento, per un anno e mezzo, nessuno riesce a dividerci», spiega Gore. «Se un tempo i concerti erano epici, ora sono anche puro piacere», conferma Gahan puntando il dito sui visual di Anton Corbijn. «Lo show regala una collezione di immagini importanti associate alla musica, sta all’ascoltatore capire cosa farne, dice il frontman. A me qualsiasi tipo di arte può scatenare una reazione: pittura, musica, film, fotografia. Spero che la nostra musica faccia lo stesso effetto». Nei tour del trio inglese (affiancato in scena da Christian Eigner alla batteria e da Peter Giordeno alle tastiere) tutto è “monstre”. Un palco sprofondato nel blu, infiammata da uno sfondo multicolore come un quadro di Pollock, segna l’avvio di solito con “Going backwards” nel segno dell’ultimo album “Spirit” da cui affiorano tre o quattro pezzi, senza rubare spazio e gloria ad hit immarcescibili quali “Walking in my shoes”, “Stripped” o, ancora, “Enjoy the silence” e “Personal Jesus” incise nell’89 proprio in Italia, ai Logic Studios di Milano per quel “Violator” che rimane uno dei loro capolavori assoluti; uno dei capisaldi di una carriera che dall’ ‘80 li ha portati a vendere 100 milioni di dischi e a contare oltre 40 milioni di fan.

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