Il nipote sposta la residenza nella casa della nonna. E lei finisce sotto sfratto

Maria La Mastra ha 78 anni e vive in una casa Aler di via Val Bavona, in zona Lorenteggio. A impedirle di dormire sonni tranquilli è una lettera firmata dal Comune che le intima di lasciare l’alloggio di Marianna Vazzana

Maria La Mastra, 78 anni, mostra la lettera  con la quale il Comune le intima lo sfratto dall’abitazione (Newpress)

Maria La Mastra, 78 anni, mostra la lettera con la quale il Comune le intima lo sfratto dall’abitazione (Newpress)

Milano, 18 luglio 2015 - "Di notte ho gli incubi, mi sveglio in preda al panico". Maria La Mastra ha 78 anni e vive in una casa Aler di via Val Bavona, in zona Lorenteggio. A impedirle di dormire sonni tranquilli è una lettera firmata dal Comune che le intima di lasciare l’alloggio. La sua colpa? Ospita il nipote, che per i registri Aler è un occupante abusivo in quanto per anni ha abitato senza titolo («insieme alla zia, poi deceduta», dice lui) in un appartamento di via Manzano, nello stesso quartiere. «Ho rilasciato quella casa più di tre anni fa. Purtroppo non ho un lavoro, non ho un altro posto dove andare e accudisco mia nonna, che ha problemi di salute. Ci diamo una mano a vicenda», fa sapere il giovane, Alessandro De Angelis, 38 anni.

Nello stesso caseggiato vive anche il padre, con cui i rapporti non sono idilliaci. Un passato duro alle spalle, «mia madre è morta nel 2011 e pochi mesi dopo è deceduto anche il nonno», spiega ancora il 38enne. Da allora l’anziana ha chiesto all’Aler di poter ospitare il nipote, con un ampliamento del nucleo familiare o in altro modo ma le domande sono sempre state rigettate perché l’uomo risulta ufficialmente “occupante abusivo”. A complicare le cose, il fatto che la casa della signora, secondo le carte, sarebbe stata «ceduta parzialmente» al nipote, che lì ha spostato la residenza. «Ma su che base dicono questo? Il contratto è a mio nome», insiste La Mastra. «E poi come possono cacciarmi solo perché mi rifiuto di lasciare mio nipote per strada?». Da 40 anni la signora è inquilina dell’Aler, «prima in via Preneste, a San Siro, poi ho chiesto il cambio di alloggio per avvicinarmi ai familiari». Del caso si è occupato anche il Sicet, che ha presentato svariati ricorsi.

Ora l'obiettivo è far sì che la 78enne non venga sfrattata: «Potrebbero bussare da un giorno all’altro per buttarmi fuori», dice tra le lacrime. È affetta da cardiopatia ipertensiva, artrosi e deficit cognitivo con disturbi della memoria, come ha certificato il suo medico. «Questo caso – afferma l’assessore comunale alla Casa, Daniela Benelli – è la dimostrazione di quanto sia difficile per il Comune rispondere a situazioni umane complicate e delicate, dovendo applicare un regolamento, quello regionale, talmente rigido e cavilloso da non tenere conto dei reali bisogni della popolazione che vive negli stabili Erp. Sappiamo che si tratta per la stragrande maggioranza di persone anziane che spesso vivono in condizioni di solitudine o disagio. E mi auguro che con la nuova legge, tuttora allo studio, la Regione Lombardia trovi il modo di risolvere situazioni come queste. I nostri uffici, purtroppo, sono imbrigliati nelle regole ora vigenti che non consentono margini di discrezionalità, se non a rischio di procedimenti a loro carico. Il caso della signora Maria è comunque alla nostra attenzione».

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro