Emergenza Seveso, spuntano tre vasche a Senago. Ma sindaco e cittadini dicono «no»

Dopo le esondazioni del Seveso in piena estate prosegue la battaglia senza fine nell'hinterland. Il sindaco Lucio Fois esprime tutta la contrarietà al progetto di raccogliere in una vasca di laminazione le acque eccedenti di Giulio Dotto

Il sindaco di Senago, Lucio Fois

Il sindaco di Senago, Lucio Fois

Senago, 29 luglio 2014 - Ora spuntano tre vasche. Senago, stando al piano d’intervento contro le esondazione del fiume Seveso, dovrebbe «ospitare » ben tre laghetti artificiali nei quali in caso di piene confluirebbero le acque del Seveso. Fino a qualche settimana fa si è parlato genericamente di una grande vasca che avrebbe dovuto raccogliere fino ad un milione di metri cubi di acque. Ora ne spuntano tre e il progetto fa ancora più inalberare cittadini ed amministratori locali. Il progetto, che se attuato costerà alle casse pubbliche 30 milioni di euro, prevede la realizzazione di tre bacini con una superficie lorda di 113.500 metri cubi.

Le tre vasche dovrebbero essere collocate a ridosso del canale scolmatore nord-ovest, vicine alla strada provinciale 119, nel parco delle Groane e a ridosso di Bollate. I tre «laghetti» artificiali potranno ricevere circa un milione di metri cubi d’acqua. Liquami del fiume Seveso che, secondo i progettisti, dovrebbero scongiurare le piene di Niguarda e riversarsi nei tre bacini artificiali dopo l’apertura delle chiuse di Palazzolo Milanese che da 30 metri cubi al secondo raddoppierebbero.

Acque sporche e putride, vista la condizione del fiume Seveso, che lascerebbero nei tre bacini artificiali, sporcizia di ogni genere e che ogni anno farebbero spendere circa 450mila euro. Il sindaco di Senago Lucio Fois (nella foto) e il vicepresidente del Consiglio comunale, Magda Beretta, giovedì scorso hanno incontrato Erasmo D’Angelis - capostruttura della missione di Palazzo Chigi contro il dissesto idrogeologico – chiedendo «di accogliere le osservazioni e le proposte serie e concrete dei senaghesi e del territorio delle Groane a tutela di tutta l’area del Nord Milano e di valutare il progetto della messa in sicurezza del Seveso».

Questo prevede la bonifica immediata del fiume, il riutilizzo dell’impianto di depurazione dismesso di Varedo come vasca di decantazione collegata al depuratore di Pero, il raddoppio del canale scolmatore nord ovest anche nel breve tratto mancante in Senago, in modo da poter sfruttare appieno la sua capacità di portata e la realizzazione del primo invaso alle porte di Milano e del secondo lungo l’asse del Seveso visto che Senago dista ben 5 chilometri dal fiume. Il sindaco di Senago ha ribadito il suo «no» in un’intervista ad Affari italiani.it: «L’agenzia interregionale del fiume Po ha fatto degli studi seri. Dal 2010 al 2012, su 10 piene prese in considerazione, solo in un caso su 10, con la vasca, avremmo avuto Milano libera dalle acque del Seveso. Per mettere in sicurezza Milano la soluzione non è fare quella vasca, ma riuscire a governare 4 milioni e mezzo di metri cubi di acqua. Con la vasca di laminazione se ne riescono a mettere a regime meno di un milione».

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