Senza un letto per i profughi, ora tutti vogliono aiutarlo: "Ma non l’abbiamo cacciato"

I volontari: gli avevamo trovato un altro dormitorio di Marianna Vazzana

Antonio Di Salvo (Newpress)

Antonio Di Salvo (Newpress)

Milano, 3 luglio 2014 - Ha creato scalpore la storia di Antonio Di Salvo, 56enne, clochard, che martedì mattina si è presentato in questura chiedendo un posto per dormire. Fino allo scorso 21 giugno era ospite presso il dormitorio di viale Isonzo. «Poi mi hanno mandato via per accogliere i profughi eritrei», ha raccontato ieri sul Giorno. Una frase che ha scatenato aspre critiche, soprattutto da parte di chi si occupa di accogliere i disperati, stranieri o italiani che siano. «C’è stato un fraintendimento – spiega un’assistente sociale della Fondazione Fratelli di San Francesco, che gestisce il centro di viale Isonzo –, è vero che gli ospiti sono stati smistati altrove per una situazione emergenziale ma a tutti è stata data un’alternativa il 19 giugno. Al signor Di Salvo avevamo proposto di dormire nel centro di via Saponaro, con la prospettiva di spostarlo in via Calvino presso un’altra struttura, non della Fondazione. Ma lui stesso ci ha riferito che avrebbe cercato ospitalità da un parente per qualche giorno, prima di presentarsi autonomamente in via Calvino.

Avrebbe dovuto sostenere un colloquio, al quale non si è presentato. In più è stato nostro ospite per 5 anni, eccezionalmente, e non ha mai partecipato a programmi di reinserimento». Il signor Di Salvo risponde che «ho preferito arrangiarmi per qualche giorno, in realtà per strada, visto che nel dormitorio di via Saponaro ero stato già derubato due volte, in attesa di essere accolto in via Calvino. Ma lì non c’è stata alcuna possibilità, ho aspettato una chiamata per giorni. Se avessi avuto un’alternativa vera non sarei andato in questura a elemosinare un letto». Adesso passa la notte nel dormitorio pubblico di viale Ortles. «Noi abbiamo sempre accolto tutti, siamo amareggiati per il suo comportamento», replicano gli operatori della Fondazione Fratelli di San Francesco. Molti, intanto, si fanno avanti per tendergli una mano, tra cui sindacalisti e politici. 

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