Concorso presidi senza pace. Seconda bocciatura del Tar: "Commissari senza titoli"

Un altro niet. Una sanatoria l’unica via d’uscita? di Luca Salvi

Una studentessa in aula

Una studentessa in aula

Milano, 30 giugno 2015 - Il Tar annulla per la seconda volta in tre anni il concorso presidi lombardo. Sotto bersaglio alcuni componenti delle commissioni incaricate di ricorreggere le prove scritte, che non avrebbero avuto i titoli necessari per ottenere l’incarico. Ma la riforma della Buona Scuola potrebbe mettere una pezza alla procedura attraverso una sanatoria, valida anche per altre regioni, già definita dai detrattori «ammazza-sentenze». Le sentenze arrivano sempre d’estate per il concorso per dirigenti scolastici indetto dal Ministero dell’Istruzione nel 2011, e che solo un anno fa aveva portato alla nomina di quasi 600 nuovi presidi in Lombardia. Una manna dal cielo per centinaia di istituti assegnati in reggenza arrivata dopo un turbolento iter giudiziario. Nel 2013 il Consiglio di Stato aveva confermato una sentenza del Tar, annullando parzialmente le procedure perché lo spessore delle buste contenenti i nominativi dei candidati non era adatto a preservarne l’anonimato durante le correzioni degli scritti.

Ieri una nuova sentenza del tribunale amministrativo ha accolto alcuni dei ricorsi presentati dai candidati inseriti nella graduatoria – mai pubblicata – dei vincitori della prima tornata concorsuale ma poi bocciati alla ricorrezione, annullando l’«intera sequenza procedimentale che ha condotto all’approvazione della graduatoria finale», seconda tornata. Il Tar ha contestato in particolare la nomina del presidente della commissione di concorso e di un componente della sottocommissione: l’amministrazione non avrebbe interpellato un numero adeguato di professionisti» rispondenti ai requisiti richiesti dalle norme, scegliendo di assegnare l’incarico a un «dirigente tecnico in quiescenza». Una questione per nulla formale che ricade sull’«essenza stessa della procedura valutativa».

Il Tar ha così annullato il concorso, condannando il Ministero dell’Istruzione a risarcire spese processuali e danni ai ricorrenti. Inoltre, «la scelta della rinnovazione» del concorso «è rimessa all’amministrazione, tenuto conto che si tratterebbe di procedere alla correzione, per la terza volta, degli stessi elaborati scritti» condizionata da tutti gli accessi agli atti e dalla diffusione pubblica di alcuni scritti. Nello sfogatoio del blog Mininterno.net, i protagonisti della vicenda si sono scatenati tra chi chiede l’annullamento tout court del concorso e chi spera in una soluzione per le 600 scuole lombarde guidate dai nuovi presidi. Che per il momento non sono a rischio.

Il Ministero dell’Istruzione farà ricorso al Consiglio di Stato e nel frattempo ha in serbo - nel ddl della Buona Scuola - alcuni emendamenti per una sanatoria che risolva il pasticciaccio del concorso in Toscana, Campania e Lombardia. Previsto un corso-concorso per i soggetti «vincitori o collocati nelle graduatorie ovvero che abbiano superato positivamente tutte le fasi di procedure concorsuali» poi «annullate in sede giurisdizionale». Per «tutelare le esigenze di economicità» dell’amministrazione e «prevenire le ripercussioni sul sistema scolastico dei possibili esiti» dei contenziosi. Ma altri ricorsi attendono sentenza.

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