Milano, 13 settembre 2011 - Ottocento persone, oltre 6mila giovani formati tra corsi e borse di studio, di cui 700 stranieri, 12mila lavori scientifici pubblicati su riviste internazionali: sono questi i numeri che raccontano l’attivita’ dell’Istituto di ricerca ‘Mario Negri’, che oggi celebra i suoi 50 anni di vita con un simposio internazionale presso la sua sede milanese.

 

A raccontare le sfide e gli obiettivi di quest’istituzione, che è stata la prima fondazione italiana interamente dedicata alla ricerca biomedica, è il suo fondatore e direttore, Silvio Garattini. "Abbiamo cercato di essere sempre indipendenti - ha spiegato - e informare sia la comunità medica che il pubblico con spirito critico".

Garattini ha poi sottolineato: "Tra i settori in cui l’Istituto si e’ impegnato in questi anni ci sono ‘’l’oncologia, le neuroscienze e in particolare le malattie neurodegenerative come l’Alzheimer ed ancora, le patologie cardiovascolari, renali, i trapianti e le malattie rare. La cosa di cui sono piu’ orgoglioso e soddisfatto e’ che tanti giovani ricercatori siano passati da noi, e che li abbiamo aiutati a trovare una loro strada".

Le previsioni per il futuro non sono però molto rosee "visto che il nostro Paese è in crisi, ci sono poche risorse e la ricerca non viene considerata, anzi viene osteggiata. - afferma Garattini - Dobbiamo comunque mantenere, al di là dei risultati scientifici, il nostro interesse dalla parte dei malati, come abbiamo sempre fatto, e rimanere indipendenti.  Anche se per essere indipendenti - ha concluso - bisogna essere poveri".