Mialno, 3 dicembre 2010 - Nella sede dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche ‘Mario Negri’ di Milano è stata presentata ACTO Onlus, l'Associazione nata, nel Febbraio 2010, su iniziativa di un gruppo di donne colpite da carcinoma ovarico per sostenere, tra l’altro, la ricerca di medici e scienziati di diverse discipline che si occupano di questa patologia che, ogni anno, in Italia, colpisce circa 5.000 donne.

Flavia Villevieille Bideri, Presidente di Acto onlus ha spiegato: “Confrontando le nostre storie ci siamo rese conto che nella quasi totalità dei casi la malattia è diagnosticata quando ha già raggiunto uno stadio avanzato, il che contribuisce a farne il tumore ginecologico con il più basso tasso di sopravvivenza. La nostra idea è quella di unire le forze, non solo economiche, in una vera e propria alleanza in cui pazienti, ricercatori, medici, strutture sul territorio, imprese, uomini e donne di buona volontà si uniscano e collaborino ciascuno con proprie competenze al progetto comune contro il cancro all'ovaio. Un progetto in cui le pazienti giocano un ruolo attivo nel definire le priorità, impostare il lavoro e valutare i risultati lungo tre linee di azione: promuovere la conoscenza del tumore ovarico e promuovere iniziative sul territorio volte a favorire la diagnosi tempestiva; facilitare l'accesso a informazioni utili e a cure di qualità, per chi ne avesse la necessità; promuovere e stimolare la ricerca perché trovi al più presto l'arma finale”.

Solo nel 25 per cento dei casi, è stato spiegato nel corso del convegno, il tumore ovarico viene diagnosticato in una fase precoce, quando - con un intervento chirurgico corretto - le possibilità di guarigione sono intorno all’80-90 per cento. ll restante 75 per cento delle pazienti, invece, scopre il tumore in stadio già avanzato, quando ha intaccato anche altri organi dell'addome. Di queste pazienti, solo il 30-40 per cento guarisce, mentre il 60 per cento può solo sperare di trasformare il tumore in una malattia cronica con cui convivere, con un'aspettativa di vita che, per lo più, si aggira intorno ai tre anni.

Il più diffuso tipo di cancro ovarico è il tumore epiteliale (circa il 90% dei casi dei tumori ovarici) e colpisce soprattutto le donne dopo la menopausa. Circa il 70% dei casi vengono diagnosticati in fase avanzata. Un altro tipo è rappresentato dal tumore germinale, che ha origine nelle cellule interne dell'ovaio che concorrono nello sviluppo della cellula uovo (ovocita). Colpisce le donne di tutte le età con una leggera prevalenza nelle donne in età fertile. Costituisce circa il 5% dei casi ed è spesso meno aggressivo rispetto le forme epiteliali. Infine, una terza tipologia è rappresentata dal tumore stromale, che ha origine dalle  cellule preposte alla produzione della gran parte degli ormoni femminili (estrogeni e progesterone). Rappresenta il 5 % dei casi e viene più facilmente diagnosticato nello stadio iniziale.

Uno dei problemi più importanti nel trattare questa patologia è dato dal fatto che per la maggior parte delle pazienti il tumore si ripresenta dopo un certo periodo di tempo, nella maggior parte dei casi entro 15 mesi dalla diagnosi iniziale.

 

In questa occasione, è stato presentato un nuovo progetto di ricerca promosso da Acto onlus che vede riuniti l’Istituto Europeo di Oncologia (IEO), l’Istituto FIRC Oncologia Molecolare (IFOM ) e l’Istituto di Ricerche Farmacologiche ‘Mario Negri’.

“Le cellule tumorali del carcinoma ovarico - è stato spiegato - rispondono, a seconda delle pazienti, in modo diverso ai trattamenti farmacologici. Al riguardo si ipotizza che vi siano dei fattori biologici, al momento ancora poco conosciuti, che determinano una maggior o minor efficacia del farmaco. Si tratta, in altri termini, di capire dove risiedano i punti deboli delle cellule tumorali per poterle meglio aggredire con terapie personalizzate.” Il progetto, fatto assolutamente nuovo, verrà seguito da vicino nella sua evoluzione dagli associati di Acto onlus, che sono in gran parte pazienti in cura ed ex pazienti, impegnate anche con la loro diretta testimonianza nel creare le condizioni per affrontare con successo questa difficile sfida.