Salone del libro a Milano: al bivio fra stop e rilancio anche le kermesse milanesi

La città ha già BookCity, BookPride e Festival della Letteratura. La voce dei librai indipendenti: "Difendiamoli"

BookCity Milano a Castello Sforzesco

BookCity Milano a Castello Sforzesco

Milano, 29 maggio 2016 - "Per me è come si spostasse da Sanremo il Festival della canzone o da Venezia la Mostra del cinema o la Biennale dell’arte. Perché il cambio? E di BookCity cosa ne facciamo?". Luca Santini è un libraio indipendente, in bicicletta. Dopo la crisi del settore, si è reinventato pur di non abbandonare il lavoro del cuore. E se molti in queste ore concitate si mobilitano per la salvezza del salone di Torino con l’hashtag SalvaSalTo, chiede lumi su altre iniziative che a Milano esistevano già: il Festival della letteratura, BookCity, Book Pride. Aie e Fiera, nelle premesse, avevano citato proprio BookCity e l’intento di valorizzarla e rilanciarla preannunciando un incontro a settembre. Il suo ideatore, Oliviero Ponte di Pino, al momento preferisce non commentare. Ma a maggio, mese a questo punto dei due Saloni, è già in programma da tempo un’altra iniziativa sui libri, promossa dal primo "Festival della Letteratura" milanese. "Il festival è nato sei anni fa da una domanda – spiega il suo papà, Milton Fernandez –, in una città in cui c’è un concentramento di case editrici mancava una manifestazione simile. Non ci sono soldi, interessi politici, mi dicevo, e così abbiamo provato a farlo senza nulla di ciò, con un gruppo di volontari, mentre fuori ci guardavano con diffidenza".

Novanta eventi il primo anno, 190 nel 2015, diffusi in tutta la città. "Adesso mi vedo questo rimpallo di notizie sui due saloni, che non brillano di originalità, correndo su quanto già provato e collaudato – aggiunge Fernandez, che è anche un editore indipendente, con la sua Rayuela –. Libri e cultura sono specie in via di estinzione da tutelare che hanno bisogno di appoggio, non di competizioni". Sulle sorti del suo Festival però non ha dubbi: "Si farà, siamo orientati su altri orizzonti, su quelle case editrici che non possono permettersi gli stand, e sulla poesia, la Cenerentola della letteratura. Noi non temiamo la concorrenza". Anche le librerie indipendenti milanesi chiedono patti per la lettura, non guerre. "Abbiamo bisogno di aumentare lettori e lettrici, ma non di litigi – premette Samuele Bernardini presidente di Lim -. Il salone per i milanesi è una spina da molti anni, lo volevano qui, in forma diversa. Detto questo mi sembra che l’operazione sia un po’ una forzatura nei tempi, non è consensuale e crea due saloncini". "Con le iniziative milanesi, poi, come si mette? – chiede Bernardini – BookCity non dovrebbe risentire del salone, formula e periodi sono diversi, ma BookPride ad aprile? A Milano c’è un patto per la lettura che speriamo continui. La conflittualità è controproducente".

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