Viaggio nelle strade del rumore: dai Navigli a Trenno, tutte le vie dove la gente non può riposare

Dai clacson impazziti alla musica a palla, dallo sferragliare dei tram sulle rotaie alle feste no-stop nei parchi: ecco la città che non dorme di Marianna Vazzama

Movida a Milano (Newpress)

Movida a Milano (Newpress)

Milano, 19 agosto 2014 - Li chiamano i rumori della giungla urbana. Dai clacson impazziti alla musica a palla, dallo sferragliare dei tram sulle rotaie alle feste no-stop nei parchi. Nelle notti d’estate tutto si amplifica. Risultato: nervi a fior di pelle e sonno rovinato. Quali sono i rumori più fastidiosi in città? Siamo andati a chiederlo direttamente ai residenti, zona per zona. Nella “hit parade” entra sicuramente il frastuono legato alla movida. Locali fracassoni sotto casa e assembramenti di avventori sono mal tollerati nelle aree che calamitano il popolo della notte: dai Navigli all’Arco della Pace, da Corso Como alle Colonne di San Lorenzo. «Schiamazzi, urla, musica alta sono la normalità, non c’è controllo», lamenta Ana Brala, presidente del Comitato per la tutela dei Navigli. Altro ever green: il suono «insopportabile» di tram sulle rotaie, ma anche di bus e treni a poche decine di metri dai condomini. Nei quartieri di Città Studi, Porta Genova, Arco della Pace ma non solo si chiedono soluzioni da anni contro gli scossoni dei tram. «Nelle vie Messina e Procaccini la situazione è peggiorata. C’è un deposito di mezzi pubblici, un delirio», segnala Claudio Della Torre, rappresentante del comitato Procaccini.

Altro classico: le strade invase da auto veloci come bolidi, ancora realtà nelle grandi arterie e nelle strade di periferia come via Fratelli Gorlini, via Sapri e il cavalcavia don Milani, per citarne qualcuna. «Nel nostro quartiere la situazione è micidiale — sottolinea Patrizia Masseroni, del comitato Cittadini di Trenno —, in via Fratelli Gorlini abbiamo auto che corrono a tutto gas ma anche moto. E a questo si aggiungono i bivacchi con musica assordante nel parco di Trenno». Le feste nei polmoni verdi sono un’altra fonte di rumore che manda su tutte le furie i cittadini. Una situazione che accomuna i residenti del Qt8 a ridosso del Monte Stella, di Lambrate (bersagliato il Parco Lambro), Martesana, di piazza Castelli, delle vie San Dionigi-Pismonte e a ridosso del parco Cassinis. Ma l’elenco è lungo. E come dimenticare i cantieri? Gli abitanti di via Aldini e dintorni erano insorti in primavera contro i rumori dei lavori per la strada Eritrea-Expo. 

«Ci stanno logorando. Dopo la nostra protesta, le cose sono cambiate in meglio», spiega Angelo d’Auria, presidente del comitato Quarto Oggiaro. Per contenere e ridurre il rumore negli ambienti esterni della città, lo scorso anno il Comune aveva approvato la Classificazione acustica: 5.525 le aree individuate, suddivise in 6 classi acustiche: Classe I – Aree particolarmente protette (46), Classe II – Aree prevalentemente residenziali (314), Classe III – Aree di tipo misto (1.708), Classe IV – Aree ad intensa attività umana (3.286), Classe V – Aree prevalentemente industriali (166), Classe VI – Aree esclusivamente industriali (5). Per ciascuna Classe sono stati individuati i limiti assoluti, in decibel, che le sorgenti sonore fisse o mobili devono rispettare in ambiente esterno, divisi in diurni e notturni. «Ma ci vorrebbero più controlli, e sanzioni per chi sgarra», è il punto di vista di numerosi comitati. 

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