La lettera dell'ex di Ruby a Berlusconi: "Pericoloso darle tagli da 500 euro"

Tra i documenti depositati con l’avviso di chiusura delle indagini su Ruby ter c’è anche un quaderno sequestrato a Iris Berardi in cui la ragzza scrive: "Ad Arcore orge e cose oscene" FOTO - "Ruby Rubacuori" / Le "Olgettine"

Ruby

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Milano, 2 luglio 2015 - Tra i documenti depositati con l’avviso di chiusura delle indagini su Ruby ter, c’è anche un quaderno sequestrato a Iris Berardi, indagata per corruzione in atti giudiziari. La modella di origine brasiliana, che aveva ritirato la costituzione di parte civile nel processo a carico di Fede, Mora e Minetti, scrive in quelle pagine affermando, riportano gli inquirenti, di “non essersi fatta mancare nulla: droga, alcol, sigarette, sesso (...) dalle orge ad Arcore, alle marchette, sesso con donne, sesso con due uomini contemporaneamente”. 

Iris Berardi (Foto Ansa)

Sempre in questo scritto, si legge che “Berardi avrebbe in particolare sostituito tale Valentiha (sua collega di lavoro) in un gruppo di 20 ballerine brasiliane che si esibivano ad Arcore portata da altre due donne brasiliane (tra cui Helene) piu’ anziane; in ordine al primo contatto con Berlusconi, viene fatto riferimento alla settimana precedente al Capodanno 2008 (quando dunque Berardi era ancora minorenne); viene specificato che “le ragazze venivano preparate al peggio” e allertate “a non scandalizzarsi per le cose oscene” che avrebbero visto” in quanto “lui le sue ragazze le bacia in bocca, le tocca”.

"ERA UN LIBRO DI SESSO E AVVENTURE" -  La soubrette Iris Berardi, tramite il suo avvocato, Andrea Buondonno, ha voluto poi precisare che quello esaminato dagli inquirenti milanesi nell’inchiesta Ruby ter «non è un diario» ma «il canovaccio di un libro di avventure di amore e di sesso» e di non avere mai avuto rapporti intimi con Silvio Berlusconi. «Nel quaderno scrivo tra l’altro ‘non so se questo libro verrà mai pubblicato'». «Davvero nessuno, in buona fede - spiega - può attribuire a me le cose che io attribuisco nel libro a quella che dovrebbe essere la protagonista: non ho mai visto ad Arcore cose oscene né tantomeno orge, né ho mai avuto rapporti intimi con il presidente Berlusconi».

L'EX DI RUBY: "SOLDI PER NON TESTIMONIARE - «La mia vita lavorativa prese il colpo di grazia nel novembre 2012 quando Lei, per non far testimoniare  Ruby a dicembre, ci chiese di andare via e tornare dopo il 10 gennaio». È un passaggio della lettera di cinque facciate scritta da Luca Risso, ex compagno di Ruby, a Silvio Berlusconi e che ora è depositata tra gli atti dell’inchiesta. Risso, indagato invece per riciclaggio, nella missiva ricorda quel che sarebbe accaduto per evitare che Karima, alla fine del 2012, si presentasse in aula a deporre come parte offesa al processo di primo grado in cui l’ex Cavaliere era imputato per concussione e prostituzione minorile. 

Processo per cui dopo una condanna a sette anni di carcere inflitta dal Tribunale il leader di Forza Italia è stato assolto in appello e in Cassazione. «Così, dopo aver visto Maria Rosaria Rossi che ci diede i soldi per andare via, partimmo per il Messico - prosegue la missiva - e io fui costretto a vendere anche l’ultimo locale che gestivo (al sig. Belsito, in quel tempo segretario della Lega Nora, che mi ha pagato con un assegno vuoto!!)».

"PERICOLOSO DARLE TAGLI DA 500" -“Si ricordera’ che le dissi, e diverse volte, di stare attento a non dare banconote da 500 euro a Ruby perche’ era pericoloso, perche’ andava in giro con buste piene di banconote da 500 e non si preoccupava di farle vedere”. Lo scrive sempre Luca Risso, l’ex compagno della ragazza marocchina, in una lettera a Silvio Berlusconi depositata tra gli atti. Nella missiva, Risso ricorda a Berlusconi “di quello che mi promise, e perlomeno mi aiuti come puo’” e aggiunge: “Le dissi di dargli meno soldi e tagli piu’ piccoli e magari di avvalersi dell’aiuto di Giuliante visto che io ormai ero fuori gioco. E comunque qualsiasi cosa fosse accaduto, i soldi a Ruby li davo io... cosa che anche Ruby doveva dire”.

Combo: Ruby e Berlusconi (Ansa)

SMS DELLA POLANCO A GHEDINI: "Dirò tutto come sta ho tutte le prove nn (non, ndr) si può essere così bastardi ci tiene alla politica???? Ok oggi sono nella merda ma andremo tutti nella merda". Questo il testo di un sms che Marysthell Polanco, una delle ospiti alla serate di Arcore, avrebbe inviato nel settembre 2014 all’avvocato Niccolò Ghedini, storico difensore di Silvio Berlusconi, anche questo riportato nei faldoni di atti dell’inchiesta. In un’annotazione di polizia giudiziaria vengono riportati gli «screenshot relativi ad una conversazione via sms avvenuta, verosimilmente, tra Marysthell Polanco e l’Avvocato Ghedini».

"NON CE LA FACCIO A TENERE LE VOSTRE BUGIE" - L’sms di Polanco inizia così: «Buongiono avvocato. Volevo dirti che siamo molto dispiaciute col dottore xké (perché, ndr) nn ci riceve e ci chiude le porte, cose che prima nn faceva». E poi, più avanti: «Nn ce la faccio più a tenere vostre bugie e la vostra presa per il culo lui aveva promesso pagare il mio avvocato e ha fatto delle promesse quando ci ha detto di venire da voi a dire le bugie che mi hanno spaventata, mi ha usata e nn lo posso più tenere dentro nn me ne frega andare in galera per colpa di lui, dirò tutto come sta ho tutte le prove». Con tanto di firma in fondo «Marysthell Polanco». E Ghedini avrebbe risposto: «La invito a non contattarmi e cmq (comunque, ndr) a non usare modi siffatti. Valuteremo azioni legali». E Polanco: «Ma voi mi chiamavate sempre prima adesso nn va bene ... Io non voglio niente da voi e solo la presa per il culo la galera è fatta per gli esseri umani mandatemi in galera per la verità ... non me ne frega». 

 

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