Bollate, invito a cena coi detenuti: apre il ristorante "In galera"

L’iniziativa gestita da una cooperativa. Lunedì l’inaugurazione di MARIO CONSANI

BUON APPETITO  Massimo Parisi, direttore  del carcere-modello di Bollate.  È il primo ad aprire un ristorante. A lato, Silvia Polleri fondatrice  della onlus Abc la sapienza in tavola

BUON APPETITO Massimo Parisi, direttore del carcere-modello di Bollate. È il primo ad aprire un ristorante. A lato, Silvia Polleri fondatrice della onlus Abc la sapienza in tavola

Milano, 22 ottobre 2015 - Dentro a mangiare. Per la prima volta in Italia un ristorante in un carcere - con cuochi e camerieri detenuti - accoglierà i clienti esterni, creando di fatto un ponte con chi sta fuori. Lunedì apre “inGalera”, all’interno della II casa di reclusione di Milano-Bollate.

L’idea è nata dall’incontro tra l’esperienza di “Abc sapienza in tavola”, cooperativa sociale nata all’interno del carcere che si occupa di catering solidale, e PwC Italia, parte del network professionale che opera nei servizi alle imprese e che ha messo le proprie competenze economiche e finanziarie a sostegno del ristorante “sociale”. Tutto ciò reso possibile, ovviamente, dalla direzione della casa di reclusione che concede in comodato d’uso nella propria struttura gli spazi per la realizzazione del ristorante. «Abc la sapienza in tavola» è la coop onlus fondata una decina d’anni fa da Silvia Polleri, da sempre impegnata nel volontariato internazionale e milanese. A Bollate, con l’appoggio dell’allora direttrice Lucia Castellano, nacque uno dei marchi che si sarebbe conquistato un’importante fetta di mercato nel settore del catering. Come dipendenti della cooperativa, solo detenuti. «È stata un’occasione formidabile di reinserimento e di costruzione di mestieri e professioni», ha raccontato in varie occasioni Polleri, che ha di fatto allevato dietro le sbarre pizzaioli, pasticcieri, cuochi, camerierie gastronomi. Il catering di Abc ha rifornito in questi anni clienti ordinari e anche vip, non trascurando svariati passaggi a Palazzo di Giustizia in occasione di colazioni e buffet per convegni e incontri tra magistrati.

Ora il grande salto: un ristorante aperto al pubblico all’interno del carcere, «che vuole essere visto come un luogo in cui si va per mangiare bene, non per fare una buona azione». Un’iniziativa unica nel suo genere in Italia e una delle prime a livello mondiale (in Galles, a Cardiff, c’è The Clink). Il ristorante che apre lunedì troverà spazio tra la portineria e gli uffici, ovviamente lontano dalle celle, prevede una cinquantina di coperti e personale di detenuti e tirocinanti della scuola alberghiera Paolo Frisi attiva all’interno del carcere. «Verrà servita cucina italiana, con la speranza che oltre alla curiosità iniziale, i clienti ritornino spinti dal buon trattamento. Si tratta di un’occasione speciale per confrontarsi con il vero mercato del lavoro» ha spiegato ai giornali il presidente di Abc. Lunedì all’inaugurazione ufficiale, insieme agli ideatori di questo progetto interverrano anche il provveditore regionale lombardo alle carceri Aldo Fabozzi, Paolo Morerio della Fondazione Vismara e Paola Bignardi di Fondazione Cariplo e Luca Azzollini della scuola alberghiera Frisi. A fare gli onori di casa, naturalmente, il direttore del carcere di Bollate, Massimo Parisi.

di MARIO CONSANI

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