Ragazzo sfregiato con l'acido: le due vite di Alexander e quel vizio di marchiare la sua sigla sulle donne

Il fidanzato-complice è sposato con un’altra donna da sette anni, la moglie potrebbe essere all'oscuro di tutto di Mario Consani e Marianna Vazzana

La foto di Alexander Boettcher tratta dal suo profilo Facebook

La foto di Alexander Boettcher tratta dal suo profilo Facebook

Milano, 30 dicembre 2014 - Dal vivo è molto diverso da quella foto di candidato alle Regionali. Capelli lunghi, barba incolta, dentro la gabbia con un braccio al collo, addosso una felpa grigia. Nell’aula è tutto un gioco di sguardi con Martina, seduta di fronte a lui ma dalla parte opposta della stanza. Parole accennate a fior di labbra: parli? non parli? Quando tocca a lui raggiunge la sedia davanti al giudice senza esitazioni. No, non c’è bisogno di un interprete, conosce benissimo l’italiano. Ha trent’anni Alexander, nato in Germania ma milanese di adozione. Lavora in Borsa per l’Immobiliare Campania, dice. Per il resto, si avvale della facoltà di non rispondere e così tiene per sé alcuni dei suoi segreti. Come minimo, quello di una doppia vita. Due case, due “famiglie”, una moglie forse all’oscuro di tutto, una compagna più giovane di lui ma apparentemente con le idee molto chiare. Lei si prende la responsabilità di aver organizzato tutto, dice che Alex non sapeva. Lui tace. Eppure in via Carcano lei ha buttato l’acido ma lui aveva un martello in mano. Difficile che passasse di lì per caso.

Un rapporto che per gli investigatori «non ha precedenti» per il tipo di relazione che si era creata tra la studentessa bocconiana e l’uomo, sposato da sette anni, e per il modo in cui i due avrebbero cercato di coinvolgere l’ex fidanzato in un «triangolo ossessivo» per poi punirlo e vendicarsi.

E quella mania di Alexander di voler lasciare in modo indelebile l’iniziale del proprio nome sul corpo delle sue donne. Anche Martina ha sul viso una piccola cicatrice a forma di “A”, che si sarebbe fatta incidere come gesto di «eterna dedizione» nei confronti dell’uomo. Il particolare emerge dalle indagini condotte dalla polizia. Tra l’altro, quando sono entrati nell’appartamento in zona Navigli che l’uomo utilizzava per i suoi incontri con la giovane, gli agenti hanno trovato anche un bisturi e del cloroformio. «Utilizzavo il bisturi per incidere il mio nome sul corpo delle ragazze che lo desideravano», avrebbe spiegato Alex. Martina, però, lo ha difeso anche in questo. La cicatrice che ha sulla guancia, avrebbe spiegato alla polizia, «non l’ha fatta Boettcher, ma un tatuatore».