Sassate e una ragazzina disabile, ora la 13enne si sente in colpa. I genitori: punire i colpevoli

Via Gonin, sassi e offese contro la 13enne disabile di Marianna Vazzana

 Il parco di via Gonin al Giambellino teatro dell’aggressione  alla ragazzina di 13 anni (Newpress)

Il parco di via Gonin al Giambellino teatro dell’aggressione alla ragazzina di 13 anni (Newpress)

Milano, 27 maggio 2015 - «I colpevoli dovranno essere puniti, anche se sono dei ragazzini: adesso è toccato a nostra figlia ma domani potrebbe capitare ad altri, il loro comportamento non si può giustificare. Abbiamo piena fiducia nelle forze dell’ordine e nella giustizia». Parlano i genitori della 13enne affetta da lieve ritardo mentale insultata e presa a sassate domenica ai giardinetti di via Gonin 25, al Giambellino, da un gruppo di bulli. «Nostra figlia è una ragazzina iperattiva, piena di entusiasmo. Quel giorno era andata al parco giochi con alcune amichette, perché vogliamo che sia come tutti gli altri, non tenerla sotto una campana di vetro», spiegano mamma e papà.

La donna domenica pomeriggio è entrata nel parchetto vicino casa e ha trovato la sua bambina accucciata a terra con le mani sulla testa, vicino al cancello che si affaccia sul retro. «Intorno c’erano tre ragazzini, altri - mi hanno riferito dei testimoni dell’aggressione e mia figlia stessa - erano già scappati. E, appena mi hanno visto, anche questi ultimi sono fuggiti». La ragazzina non era solita frequentare quei giardinetti. «L’avevano invitata delle amichette e io le avevo dato il permesso di andarci. Quel pomeriggio mi trovavo fuori Milano per lavoro, ci sentivamo al telefono. Verso le 18.15 l’ho chiamata e lei mi ha detto che aveva qualcosa da raccontarmi. Poi alle 19 l’ho ricontattata per dirle che ero arrivata al parchetto. È stato allora che mi sono resa conto della situazione: sono entrata e l’ho vista a terra. Cercava di proteggersi con le braccia, si era messa il suo giubbotto di jeans davanti al viso».

A quanto pare la 13enne non conosce chi le ha fatto del male. «Aveva visto quei ragazzini qualche giorno prima, nello stesso parchetto, e già l’avevano insultata dicendole che aveva l’ebola e chiamandola appestata. Lei però li aveva ignorati». Finchè, domenica pomeriggio, si sono scatenati. «Dopo averla insultata le hanno lanciato della ghiaia, poi sassi – racconta la madre –. Non tutti gli adulti presenti si erano accorti di quanto stava accadendo, solo tre signore hanno provato a intervenire ma senza successo. Anche le amiche di mia figlia sono state colpite dai sassi, erano tutte terrorizzate». Oltre ai lividi sulla schiena, la ragazzina ha un bernoccolo sulla testa. «Sono ferite lievi, che guariranno. Il problema è il danno psicologico – interviene il papà –. È agitata, ha difficoltà ad addormentarsi la sera. E poi si sente in colpa: teme che per causa sua, le amichette non potranno andare più al parco».

Lunedì è tornata a scuola. «I compagni l’hanno abbracciata», continua la mamma. Ma non è la prima volta che la figlioletta è vittima di bulli. «È successo anche in un paese del Sud Italia, dove siamo state un anno e mezzo – aggiunge la madre –. Speravo si potesse ambientare, invece era continuamente presa di mira. Dei ragazzini le hanno anche bucato le ruote della bicicletta e un giorno l’hanno umiliata gridandole “handicappata” in un parchetto. La bambina non sopportava più le vessazioni, sono stata costretta a riportarla a Milano».

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro