Guerra legale tra Comune e radiotaxi: bloccato il nuovo numero unico

Gli operatori vanno al Tar: "Noi esclusi". Maran: "Boicottano chi innova" di Giambattista Anastasio

Taxi a Milano

Taxi a Milano

Milano, 1 novembre 2014 -  Volano accuse pesanti tra l’assessore comunale alla Mobilità, Pierfrancesco Maran, e i radiotaxi. A provocare lo scontro è il ricorso al Tar presentato dai tre principali operatori radio (l’8585, il 4040 e il 6969) contro il bando lanciato dal Comune per attivare, entro l’Expo, un unico numero di prenotazione delle auto pubbliche e pensionare le colonnine gialle, ormai inutile corredo dei posteggi dei tassisti. Il ricorso è stato presentato giovedì, il giorno stesso della chiusura della gara. A Palazzo Marino hanno appena fatto in tempo ad aprire le buste delle offerte, quattro in tutto. Poi ecco la decisione di stoppare l’aggiudicazione del bando fino a quando il Tar non si sarà pronunciato (l’udienza non è ancora fissata).

Maran

Maran però non ci sta e ieri ha voluto esternare tutta la sua rabbia contro l’ennesimo ricorso. Per chi non lo ricordasse, i radiotaxi avevano impugnato anche la prima versione del bando. Andata poi deserta la prima gara, il Comune ne aveva indetto una seconda con base d’asta maggiorata di 120 mila euro per un totale di 848mila euro. Niente da fare, sarà ancora guerra legale. «Abbiamo fatto la gara per il numero unico per sostituire le vecchie colonnine che non funzionano più – sbotta allora l’assessore –. Lo chiedevano i tassisti e lo invocano da anni gli utenti. Ci sono ben 4 offerte, ma è tutto bloccato per il ricorso dei radiotaxi con il palese obiettivo di non far partire il progetto per Expo. Continuiamo così, facciamoci del male. Lamentiamoci della concorrenza, innovare mai».

E a conferma che il numero unico interessa eccome ai conducenti, ecco Giovanni Maggiolo (Unica Taxi Cgil) e Silla Mattiazzi (Uil trasporti»: «Da tempo chiediamo un sistema efficente di prenotazione delle corse» dice il primo, «Maran si è svegliato tardi, ma bloccando il servizio si perde un’occasione» rincara il secondo. La replica dei radiotaxi non si fa attendere: «Il Comune ci ha impedito di partecipare al bando perché i requisiti richiesti, quali quelli relativi alle caratteristiche del software di prenotazione, erano a noi inaccessibili» fanno sapere Emilio Boccalini (4040), Andrea Casotto (8585) e Vito Inserrato (6969). Dietro alla guerra del numero unico ci sarebbe, però, anche una questione puramente economica: oggi i radiotaxi raccolgono dai 4000 tassisti associati circa 9,6 milioni di euro l’anno. A fronte degli 848mila euro riconosciuti dal Comune al vincitore del bando, pure spalmati dal 2015 al 2019.

giambattista.anastasio@ilgiorno.net

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