IL LIBRO DE IL GIORNO DI GENNARO MALGIERI Le radio alternative della Destra nella storia degli anni di piombo

Un giovane saggista, Alessando Alberti, ha ricostruito la storia delle “radio alternative” nel contesto di un decennio funestato dalla violenza e dal terrorismo; un tempo in cui quasi quotidianamente si piangevano morti, dall’una e dall’altra parte: erano gli anni di piombo, insomma, funestati dall’assalto alle idee prima che alle persone, segnati dalla delegittimazione dell’avversario riguardato come “nemico”

Il libro de Il Giorno di Gennaro Malgieri

Il libro de Il Giorno di Gennaro Malgieri

Milano, 24 ottobre 2014 - Dal momento che la Destra italiana non è più un soggetto rilevante, può sembrare perfino eccentrico – e forse lo è – ricordare alcuni dei suoi aspetti politico-culturali. Tuttavia una storia affatto marginale dispiegatasi nel secondo dopoguerra consiglia un approccio globale ai fini della comprensione di un movimento politico che dall’emarginazione si è emancipato elettoralmente diventando forza di governo. Ecco perché anche quei lati poco noti risultano decisivi nel tentare di analizzare la parabola della destra come, ad esempio, l’influenza che ebbero tra gli anni Settanta e la metà degli Ottanta le radio di riferimento la cui diffusione, nel suo ambito, spontanea ed ampia, divenne uno strumento di penetrazione politica e di idee finora poco o nulla indagato. Si trattò di un fenomeno più “metapolitico”, e si vuole, del tutto “anarchico”, privo cioè di un coordinamento centrale che se ne favorì la libertà di espressione rappresentò anche il suo limite strutturale tanto che si spense senza che nulla si tentasse per evitarne la scomparsa.

Un giovane saggista, Alessando Alberti, ha ricostruito la storia delle “radio alternative” nel contesto di un decennio funestato dalla violenza e dal terrorismo; un tempo in cui quasi quotidianamente si piangevano morti, dall’una e dall’altra parte: erano gli anni di piombo, insomma, funestati dall’assalto alle idee prima che alle persone, segnati dalla delegittimazione dell’avversario riguardato come “nemico”. La destra attraverso le radio intese affermare la sua pretesa a vivere nel recinto della democrazia dal quale la si voleva espellere a tutti i costi. Tra Radio University di Milano, animata soprattutto da Franco Servello, e Radio Alternativa di Roma, inventata da Teodoro Buontempo, un numero impressionante di emittenti autofinanziate ed autogestite, occuparono l’etere diffondendo dibattiti non scontati, fornendo all’opinione pubblica l’immagine di una destra giovane ed intellettualmente attrezzata che voleva superare il “nostalgismo”, una componente militante che riteneva la pacificazione nazionale un valore imprescindibile per attivare un confronto civile tra opposti. Fu quasi un “miracolo”, ben documentato da Alberti, quello che si produsse con le radio della destra a cui il partito di riferimento, vale a dire il Msi, non fu mai particolarmente sollecito nel dedicare appoggi e mezzi. Il che generò una progressiva decadenza delle radio stesse. Fu una scommessa vinta sul piano delle idee, perduta su quello politico. Ed oggi, chi ricorda quegli anni e quelle povere trasmissioni di controinformazione e di passione ideale, non può che nutrire rimpianti.

ALESSANDRO ALIBERTI Radio alternative. La destra che comunicava via etere Eclettica edizioni

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro