Profughi ma non solo. Al Campo base Expo c’è posto anche per 150 senzatetto

Il piano è stato condiviso da Palazzo Marino, Prefettura e Viminale

Campo Base Expo, polemica sull'accoglienza dei migranti

Campo Base Expo, polemica sull'accoglienza dei migranti

Milano, 28 luglio 2016 - Non solo profughi nell’ex Campo base di Expo. Il piano concordato martedì in corso Monforte dal sindaco Giuseppe Sala, insieme al prefetto Alessandro Marangoni e al capo del Dipartimento Immigrazione del Ministero dell’Interno Mario Morcone, prevede, infatti, che nell’area attigua al sito che ha ospitato l’Esposizione Universale del 2015 siano ospitati, accanto ai richiedenti asilo, anche senzatetto e persone in grave difficoltà economica che saranno individuate dai servizi sociali non solo di Palazzo Marino ma anche e soprattutto del Comune di Rho; il Campo base sorge infatti entro i confini della municipalità amministrata dal sindaco Pietro Romano. I posti disponibili sono 500, ma non tutti saranno occupati fin dal primo settembre, giorno nel quale è prevista la riconversione del campo a centro di accoglienza. L’ipotesi presa in considerazione è di occupare, nella prima fase, solo 300 posti letto. E di dividerli equamente: 150 ai richiedenti asilo e altrettanti ai senzatetto individuati dai due Comuni.

L'idea della coabitazione è stata definitivamente concordata ieri, al termine di consulti telefonici tra Comune, Dipartimento dell’Immigrazione e Prefettura di Milano, e risponde a una strategia precisa: creare il più ampio consenso possibile intorno a una soluzione che presenta difficoltà anche meramente tecniche e formali. Sul Campo base vige infatti una convenzione tra la società Expo e il Comune di Rho in base alla quale, una volta finita l’Esposizione, lo stesso campo deve essere destinato a verde. Perché possa ospitare, invece, i richiedenti asilo è necessario un passaggio in più: deve essere lo stesso Ministero dell’Interno, attraverso la Prefettura milanese, a farsi temporaneamente carico della gestione dell’area, mettendo in qualche modo in stand by quanto disposto dalla citata convenzione. Una soluzione di forza? No, qui sta il punto. L’idea di ospitarvi pure persone in grave difficoltà economica segnalate anche dal Comune di Rho, oltre che da Palazzo Marino, nasce dalla volontà di creare intorno all’operazione più consenso possibile. E l’operazione sembra essere riuscita. Incassato il via libera dell’amministrazione rhodense, l’unica voce contraria resta quella della Regione Lombardia. Una voce però isolata. Dal canto suo, l’assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino spiega: «Costruiremo un progetto condiviso insieme all’amministrazione di Rho e basato sulla coabitazione proficua e solidale tra persone di differente condizione sociale. Un progetto promettente». Palazzo Lombardia non starà a guardare. Il governatore Roberto Maroni ha parlato di «soluzione-scempio» e non è da escludersi un’azione legale. Si vedrà. giambattista.anastasio@ilgiorno.net

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