Profughi, centinaia di arrivi. E il mezzanino ritorna hub aspettando il nuovo gestore

Stop allo smistamento al Cie. Servizio da riassegnare di Nicola Palma

Profughi

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Milano, 20 maggio 2015 - In Europa si discute (senza esito?) sulla ripartizione delle quote. Tra proclami e retromarce. A Milano i migranti continuano a presentarsi in Centrale senza preavviso. E le ondate sembrano non volersi fermare. Lunedì ne sono arrivati più di duecento, ieri altri ancora: a metà pomeriggio i volontari ne contavano un’ottantina in attesa di un letto. Senza dimenticare il problema degli eritrei, che fanno su e giù da Porta Venezia e ormai sempre più di frequente passano la notte al mezzanino della stazione. Proprio lì dove è stato (ri)trasferito dallo scorso weekend l’hub per la prima accoglienza di siriani e subsahariani in fuga da guerra e dittature.

Non più l'ex Cie, insomma. Scaduta la convenzione con Gepsa, a fine mese il Comune la rinnoverà per altri 120 giorni fino a fine settembre. In questo breve periodo di interregno, sarà l’amministrazione a registrare e smistare le persone nei centri di ricovero. A giugno il sistema potrebbe cambiare ancora. Tutto dipenderà ovviamente da chi si aggiudicherà il servizio e da quale struttura proporrà in alternativa: in corsa, su invito di Palazzo Marino, ci sono le maggiori realtà del Terzo settore, da Fondazione Progetto Arca a Universis, da Croce Rossa a Farsi Prossimo. Due gli obiettivi prioritari. Il primo: trovare un edificio nelle vicinanze dello scalo ferroviario così da ridurre gli spostamenti intermedi prima del definitivo trasferimento nelle strutture messe a disposizione da Palazzo Marino. Il secondo: limitare al massimo le presenze al mezzanino, soprattutto nei sei mesi di Esposizione universale. Intanto, tarda a palesarsi la tendopoli nel cortile dell’ex Centro di identificazione ed espulsione di via Corelli: annunciata il 23 aprile al termine di una riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, a oggi non c’è ancora una data certa.

Probabilmente serviranno almeno altri dieci giorni per completare l’allestimento, con capienza incrementata di 100 posti (da 200 a 300). Del resto, pare non sia così semplice sistemare tende e container (con bagni chimici) in uno spazio decisamente più angusto rispetto a quello dell’aeroporto di Bresso. Insomma, c’è da aspettare, anche se mai come in questo momento quei 100 posti in più servirebbero eccome. I centri sono strapieni, nonostante l’apertura del secondo piano di via Mambretti (struttura destinata inizialmente solo ai senzatetto) e le decine di brande sistemate alla meglio nella palestra dell’ex scuola di via Aldini.

nicola.palma@ilgiorno.net

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