In arrivo mille profughi da ospitare: l'ordine di Roma scuote la Lombardia

Attesi a ore 350 da smistare fra Milano e hinterland, 700 nella regione di Giambattista Anastasio

Dal ministro Alfano la sollecitazione al prefetto Tronca

Dal ministro Alfano la sollecitazione al prefetto Tronca

Milano, 15 aprile 2015 - Sonno 350 i profughi attesi nelle prossime ore al centro di smistamento di Bresso, da dove saranno poi inviati nelle strutture di accogglienza di Milano e hinterland. Settecento invece i profughi attesi in tutta la Lombardia, secondo il dato fornito dalla Regione. Tutti sono approdati sulle coste del Meridione dalla Libia, ma nessuno di loro è di nazionalità libica. Il loro viaggio è iniziato in diversi Paesi dell’Africa sub-sahariana. La maggior parte di loro è ospitata a Palermo e arriverà a Bresso in pullman, il grosso delle partenze è previsto per oggi. Palazzo Diotti ha così risposto alla circolare inviata dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano, a tutte le Prefetture italiane, una circolare nella quale si chiedeva l’immediato reperimento «di 6.500 posti», anche con «provvedimenti di occupazione d’urgenza e di requisizione». Un diktat che ha provocato la reazione della politica lombarda. Il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini, e l’assessore regionale alla Sicurezza, Simona Bordonali, anch’essa del Carroccio, hanno invitato i Prefetti «a non rispettare la circolare e a negare la disponibilità a procedere: è l’ennesimo sopruso da parte del Governo». I lumbard si dicono pronti a impedire le requisizioni occupando gli spazi individuati per l’accoglienza. Il governatore Roberto Maroni, il sindaco Giuliano Pisapia e l’assessore milanese alle Politiche Sociali, Pierfrancesco Majorino, contestano invece le modalità con le quali il Viminale sta gestendo l’emergenza sbarchi. «Una non gestione» per dirla in breve. 

«Ci troviamo – spiega Maroni – a dover ricevere clandestini che vengono messi in giro dalle Prefetture senza che la Regione sia coinvolta, costringendo i sindaci a fare quello che non vogliono e questo è il modo peggiore per gestire un’emergenza perché si crea confusione, una reazione negativa e non si danno risposte adeguate. Bisogna che il Governo faccia sapere alle Regioni quali sono i piani. Senza contare che tutti gli appelli all’Europa sono caduti nel vuoto». Pisapia sottolinea, invece, che «l’accoglienza è la scelta giusta: non si può far morire nel Mediterraneo chi scappa dalla guerra e dalla miseria». Al tempo stesso anche il sindaco sostiene la necessità di «trovare delle soluzioni spingendo perché l’Europa sia con il nostro Paese e non ci abbandoni. Il problema deve essere risolto anche a livello sovranazionale». Quindi Majorino: «Il Governo e la Regione sono tenuti in tempi molto brevi a spiegare quali sono i piani di accoglienza dei migranti. Le città non possono essere lasciate sole e l’enorme lavoro che Milano ha fatto grazie al terzo settore e al Comune non può minimamente essere immaginato come un modello replicabile – attacca l’assessore –: abbiamo assistito più di 56mila migranti in transito in 18mesi, una quantità gigantesca di uomini, donne, bambini. Tuttò ciò non può capitare ancora. Dove sono i piani effettivi per l’organizzazione dell’accoglienza? Non l’ho capito».

giambattista.anastasio@ilgiorno.net

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