Processo Maugeri, l'ex presidente patteggia tre anni e quattro mesi

Altri 2 indagati hanno patteggiato portando l'entità totale dei risarcimenti a quasi 5,5 milioni insieme a quella decisa per Umberto Maugeri, indagato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Milano, 18 novembre 2015 - L'ex presidente della Fondazione Maugeri ha patteggiato 3 anni e 4 mesi di reclusione. Umberto Maugeri era indagato nell'inchiesta con al centro l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione che ha portato a processo, tra gli altri, l'ex Governatore lombardo Roberto Formigoni e il faccendiere Pierangelo Daccò. Maugeri ha messo sul piatto un risarcimento ai fini della confisca di 3 milioni e 850mila euro. Altri 2 indagati hanno patteggiato portando l'entità totale dei risarcimenti a quasi 5,5 milioni.

In particolare, davanti al gup di Milano Carlo Ottone De Marchi che ha dato l'ok agli accordi tra Procura e difese, Maugeri ha patteggiato 3 anni e 4 mesi con un risarcimento di 3 milioni e 850 mila euro a cui si aggiunge un'auto (soldi e macchina verranno confiscati quando il patteggiamento diventerà definitivo). In più per lui anche l'interdizione di 5 anni dai pubblici uffici.

I consulenti Claudio Massimo e Gianfranco Mozzali hanno patteggiato, invece, rispettivamente 2 anni e 8 mesi con 1,5 milioni di risarcimento e 2 anni e 6 mesi con 100mila euro messi a disposizione per la confisca. Stralciata, invece, la posizione dell'intermediario Sandro Fenyo perché non si è raggiunto un accordo sull'entità della pena e del risarcimento.

La posizione di Maugeri - che nei verbali nel corso delle indagini aveva reso ammissioni sul presunto sistema di tangenti in cambio di delibere regionali favorevoli alla struttura sanitaria pavese - e degli altri 3 indagati, era stata separata già nel maggio 2013 dal procedimento principale. Filone che vede a processo per associazione per delinquere e corruzione l'ex Governatore lombardo e ora senatore Ncd Formigoni, Daccò, l'ex assessore regionale Antonio Simone ed altri, a seguito dell'inchiesta coordinata dai pm Laura Pedio e Antonio Pastore.

Nell'aprile 2014 avevano patteggiato pene fino a 2 anni e 4 mesi anche due fiduciari del presunto «sistema» che avrebbe permesso di dirottare all'estero soldi per creare 'fondi neri': Gianfranco Parricchi, imputato in qualità di fiduciario dell'ex direttore amministrativo della Maugeri, Costantino Passerino, e Paolo Mondia, anche lui fiduciario di Passerino. Il trasferimento di fondi all'estero, attraverso un reticolo di società, come hanno ricostruito le indagini, si sarebbe aggirato attorno ai 61 milioni di euro in una decina di anni, cifra che avrebbe costituito la cosiddetta 'provvista' per pagare, secondo l'accusa, tramite Daccò e Simone e sotto forma di benefit di lusso e utilità per circa 8 milioni di euro, anche l'allora presidente lombardo. La stessa Fondazione Maugeri nel settembre 2013 aveva patteggiato un milione di euro a titolo di sanzione pecuniaria con la confisca di immobili per un valore di 16 milioni di euro.

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