Giovedì 25 Aprile 2024

Scala, ecco il Fidelio grandi numeri: dieci milioni di spettatori nel mondo

Siamo al top, specie la notte del 7 dicembre, e vogliamo continuare a restarci. Per farlo, però, c’è bisogno dell’aiuto di tutti. O «solidarietà», come la definisce lui, tra pubblico e privato: «Solo così si trova il giusto equilibrio». In estrema sintesi, il pensiero pragmatico di Alexander Pereira. Tanto orgoglioso di timonare il Piermarini verso una Prima che non teme rivali di Nicola Palma

Il Fidelio a Milano per la Prima della Scala

Il Fidelio a Milano per la Prima della Scala

Milano, 4 dicembre 2014 - Siamo al top, specie la notte del 7 dicembre, e vogliamo continuare a restarci. Per farlo, però, c’è bisogno dell’aiuto di tutti. O «solidarietà», come la definisce lui, tra pubblico e privato: «Solo così si trova il giusto equilibrio». Del resto, la Scala è pur sempre il secondo brand tricolore più famoso del pianeta, battuta solo dal mito Ferrari. In estrema sintesi, il pensiero pragmatico di Alexander Pereira. Tanto orgoglioso di timonare il Piermarini verso una Prima che non teme rivali ad altre latitudini quanto preoccupato per il prossimo futuro con vista sull’Esposizione Universale, il neosovrintendente di via Filodrammatici – attorniato dai massimi dirigenti delle società sponsor di Sant’Ambrogio (Edison, Jt International Italia, Bmw, Rolex e Fondazione Banca del Monte di Lombardia) – squaderna i numeri record del Fidelio di domenica sera: «Quasi dieci milioni di spettatori», la stima della vigilia, di cui solo uno concentrato nel Belpaese. 

Audience degna di un grandissimo evento internazionale, con diretta tv in Italia (Rai 5 e Rai hd 501), leggera differita in Francia (Arté) e Germania (Zdf), trasmissione speciale in periodo natalizio sulla giapponese Nhk e 150 sale cinematografiche collegate da mezza Europa. Senza contare le 14 location sparse per la città – dal maxischermo all’Ottagono alla Rotonda del carcere di San Vittore – e lo speciale di Radio 3. «Uno spettacolo così non esiste da altre parti – rivendica il manager austriaco col suo eloquio ancora un po’ difficoltoso ma genuinamente entusiasta –. Forse non riusciamo a essere sempre i migliori, ma in questo caso sono convinto che ci siamo riusciti: Stéphane Lissner (predecessore non tanto amato che probabilmente si rivedrà stasera alla Primina, ndr) e Daniel Barenboim hanno pianificato un progetto molto bello». 

Simbolo autentico del modello Piermarini, «che funziona e andrebbe replicato in tutte le istituzioni culturali». Certo, l’amara constatazione, i tempi sono quelli che sono. E non è facile navigare nel mare in tempesta. Come se ne esce? «Remando tutti nella stessa direzione: nessuno abbandoni il suo remo». A cominciare dai partner privati, che valgono un terzo (circa 40 milioni di euro) del budget: «Dovete rimanere con noi per Expo e investire di più – l’appello del dirigente alla platea di mecenati – perché se diamo un segno che la Scala funziona e rappresenta l’Italia abbiamo un sistema che può tenere in futuro». Poi c’è lo Stato, che da un po’ di tempo fa sempre maggior fatica a recitare la sua parte in commedia: dal Fus ai minimi storici (-9 milioni in 6 anni) ai fondi in bilico della Provincia (3 milioni non ancora versati per il 2014), fino alla tassazione penalizzante per le fondazioni bancarie. «Qualcuno deve pensare – chiosa Pereira – a quale sia il sistema migliore, altrimenti il disastro torna al pubblico. E se poi le imprese capiscono che remano da sole, prima o poi diranno “Perché remiamo solo noi?”. Questo sistema è l’unica chance per dare un segno al mondo che l’Italia sta rinascendo». Si attendono risposte, magari dagli uomini di governo presenti a Sant’Ambrogio.

[email protected]