Martedì 16 Aprile 2024

Expo, i consumatori: "Prezzi triplicati negli hotel". Milano corre ai ripari contro i rincari

Patto Comune e commercianti per scontrini trasparenti nei sei mesi del grande evento di Luca Zorloni

Una turista scatta una foto ricordo in Galleria

ARCHIVIO TURISTI CITTA MILANO - MILANO-15/04/06-TURISTI IN GIRO PER LA CITTA - GALLERIA VITTORIO EMANUELE - FOTO MARMORINO/NEWPRESS PER LUCIDI TOGNOLATTI FACHIN.

Milano, 30 gennaio 2015 - Mancano tre mesi a Expo e i furbetti fanno capolino. Se ne sono accorte le associazioni Federconsumatori e Cittadinanza attiva: denunciano camere di albergo con prezzi triplicati, dai classici 100 euro alla tariffa «speciale» a 285 euro, proprio nei sei mesi dell’Esposizione universale. A Palazzo Marino sono corsi ai ripari, scrivendo quello che hanno ribattezzato un «Patto per Expo». Ossia un documento che impegna chi lo firma a giocare pulito nell’accoglienza dei turisti. L’obiettivo è evitare fregature: stamberghe pagate come suite, caffè o cappuccio venduti a peso d’oro, prezzi lievitati nel giro di poche ore.

I furbetti sono questione di immagine, ma anche di aritmetica. Fa i conti l’assessore comunale a Commercio, attività produttive e turismo, Franco D’Alfonso: «Un cliente soddisfatto ne porta altri tre, un cliente insoddisfatto ne fa perdere nove». Chi viene a Milano, è la chiosa, deve tornare a casa confermando quello che il «New York Times» ha sancito qualche settimana fa: la città è una delle mete imperdibili del 2015. E, aggiunge Palazzo Marino, degli anni a venire. Nasce con queste premesse il «Patto per Expo». Oltre al Comune, lo hanno firmato otto associazioni di categoria, capofila Confcommercio, i tredici distretti urbani del commercio e 17 sigle a tutela del consumatore.

Cosa prevede l’accordo? Innanzitutto, prezzi trasparenti. E livellati per prodotti di largo consumo, come una bottiglietta d’acqua o un caffè al banco, onde evitare scontrini salati e imbarazzanti. I prezzi sono già sotto osservazione, per assicurarsi che non ci siano rialzi ingiustificati avvicinandosi a Expo. Ancora: bar e ristoranti si impegnano a proporre menù per i bambini, un accesso facilitato ai servizi igienici, un bicchiere di acqua del rubinetto pronto al tavolo, come si usa negli Stati uniti. Anche a negozianti, ambulanti e artigiani è chiesto di mantenere un rapporto equilibrato tra qualità del prodotto e costo, dotarsi di listini in più lingue, garantire l’apertura estiva e distribuire materiale informativo per Expo.

In cambio, il Comune offre tutti gli spazi a disposizione per pubblicità gratuita, eventi nei quartieri e connessioni wi-fi in alcuni mercati. Si attiverà anche la macchina dei controlli, che, assicura D’Alfonso, «è già al lavoro. In Galleria e nelle zone di maggiore afflusso gli esercenti sanno che facciamo almeno due verifiche l’anno». Chi sarà scoperto ad approfittarsene, sarà sbattuto fuori dal recinto del patto. Per il sindaco, Giuliano Pisapia, il «Patto per Expo è un’eredità che rimane anche oltre il 2015». Per il numero uno della Camera di commercio di Milano, Carlo Sangalli, «questo accordo porta anche a una maggiore vivibilità». Una risposta alle proteste dei comitati delle vie della movida sulle ripercussioni dei sei mesi di Expo. Lapidario invece D’Alfonso: «Alcune volte hanno ragion d’essere ma altre sopravvivono a sé stessi e devono trovare una ragion d’essere».

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