Stadio del Milan al Portello, si allarga il fronte politico del no

Da Sel a M5S passando per la Lega in tanti annunciano battaglia contro la scelta di assegnare la zona del portello alla società rossonera

Il rendering del nuovo Stadio

Il rendering del nuovo Stadio

Milano, 8 luglio 2015  –  All'indomani dell'assegnazione del progetto da parte della Fondazione Fiera Milano, si allarga il fronte politico dei contrari alla realizzazione del nuovo stadio del Milan nell'area del Portello. A Lega, Sinistra ecologia e libertà e ad alcuni esponenti del Pd, si uniscono al coro di chi non vuole lo stadio in quell'area anche altri singoli consiglieri, oltre a Movimento 5 stelle e Radicali. Questi ultimi annunciano un "esposto alla Corte dei conti sul danno erariale inferto dagli amministratori del Comune di Milano per il mancato sfruttamento economico dello stadio di San Siro". Mentre, in una nota congiunta, i portavoce milanesi e lombardi del M5s parlano di "progetto aberrante". Ancora attendista la posizione del Pd, che, con il segretario metropolitano Pietro Bussolati, chiede di vedere il progetto prima di pronunciarsi. Apertamente a favore rimane la voce finora isolata di Forza Italia, con il coordinatore cittadino, Giulio Gallera, che parla di "grande opportunita'" che pero' "va gestita coinvolgendo la cittadinanza", mentre la giunta comunale si sta mostrando "incapace di raccogliere questa sfida". Il progetto dovrebbe essere valutato dalla giunta di Giuliano Pisapia prima della fine dell'estate ed eventualmente poi approdare in Consiglio. Silenzio assoluto sulla vicenda intanto per ora da parte di Fininvest.  "Non sono pregiudizialmente ne' contrario ne' a favore", spiega Bussolati, contattato al telefono. "Vogliamo vedere prima il progetto, i dati, soprattutto per quanto riguarda il tema della viabilita' e dei trasporti, che è poi il tema sollevato dagli abitanti della zona negli incontri che abbiamo già avuto". 

LEGA NORD - Posizione di netta contrarietà, invece, dal Carroccio, malgrado il governatore lombardo, il leghista Roberto Maroni, ieri sia stato il primo politico a celebrare l'assegnazione del progetto al Milan - squadra di cui è tifoso - con un tweet entusiasta ("Ottima scelta"). "Il governatore giustamente dice la sua ma la prendiamo come una presa di posizione da tifoso", spiega il capogruppo leghista a Palazzo Marino, Alessandro Morelli, ritenuto molto vicino a Matteo Salvini. "Tutte le segnalazioni che ci arrivano dal territorio sono contro lo stadio", aggiunge. Morelli poi accusa "Pisapia e il Pd di aver fatto il patto del Nazareno sullo stadio con Barbara Berlusconi" e di "non aver coinvolto la cittadinanza e il Consiglio comunale". "Non vogliamo fare i disfattisti, ma, se ci sono degli aspetti positivi di questo progetto - ha insistito -, nessuno ce li ha detti: hanno deciso nelle stanze dei salotti buoni di Milano cosa fare di quell'area e di quel quartiere".

CINQUE STELLE - Promettono battaglia contro lo stadio anche gli esponenti del Movimento 5 stelle. "Il M5S Lombardia ritiene questa un'ipotesi sciagurata per il quartiere e tutta Milano in quanto risponderebbe unicamente ai 'desiderata' della famiglia Berlusconi e non alle esigenze ed alle necessita' del quartiere nel quale si andrebbe a inserire, con un progetto che lo violenterebbe in termini di flussi di traffico, inquinamento ambientale, acustico e problemi di sicurezza", lamentano i portavoce, in una nota. "Contrasteremo questo progetto dando supporto in tutte le sedi istituzionali alle proteste ed alle ragioni del comitato di cittadini 'No stadio al Portello', evidenziando in particolare come una scelta del genere, un secondo stadio cittadino a 1.800 metri da San Siro e a 3.600 metri dal Duomo non ha uguali in altre citta' europee e mondiali, dove sono stati collocati in aree del tutto periferiche o extraurbane", proseguono i 5 stelle. 

 "A questo punto la palla è in mano al Comune di Milano che è il soggetto che decidera' - aggiungono -. Chiederemo un incontro al più presto con il vicesindaco di Milano Ada De Cesaris insieme al comitato 'No stadio al Portello' per illustrare le tante valide ragioni contro questo aberrante progetto". "Ci rammarichiamo infine che il presidente Maroni abbia finora pubblicamente sponsorizzato il progetto senza conoscerne gli impatti su Milano - concludono -, dimostrando così la sua inadeguatezza al ruolo di amministratore locale che ricopre, avendo tenuto conto su questa questione solamente della sua fede calcistica e della amicizia con Berlusconi".

SEL - Contraria anche la capogruppo di Sinistra per Pisapia-Federazione della Sinistra e presidente commissione Pari opportunita', Anita Sonego. "Un grande 'no' all'ipotesi di costruzione di uno stadio che sorgerebbe a pochissimi chilometri da quello già esistente", scrive in una nota. "L'unica speranza è ora risposta nel Consiglio comunale. Ritornera'? cosi a essere la politica a decidere per il bene dei cittadini e non il potere del denaro. Il Consiglio Comunale boccera' questo progetto perche' il suo compito e' quello di preservare il ben vivere degli abitanti di Milano", auspica. Dello stesso avviso anche il presidente della commissione Ambiente, il democratico Carlo Monguzzi. "Il Consiglio comunale deve dare un chiaro ed inequivoco indirizzo politico sul 'no' allo stadio, e su questo impegnare la giunta a negare le autorizzazioni", chiede. "Non si tratta di studiare e valutare, o di prendere tempo, perchè sono talmente evidenti le ricadute negative sulla vivibilità, sul traffico, sull'inquinamento acustico e sulla cementificazione della zona che puo' avere uno stadio da 48.000 persone. A meno che qualcuno non pensi che la gente possa arrivare a vedere le partite in punta di piedi, stando in silenzio e che lo stadio possa essere trasparente. Per questo mi battero', e sono convinto che in Consiglio comunale ci possa essere una forte maggioranza per fermare questo progetto sbagliato". 

Dubbi sulla scelta li ha avanzati anche il presidente di Confindustria e patron del Sassuolo Calcio, Giorgio Squinzi: "Sembra che non abbia degli spazi di respiro adeguati, però se ci hanno fatto un progetto vuol dire che evidentemente ci credono"». 

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