Milano, 4 agosto 2015 - Si intrometteva nella banca dati delle forze dell'ordine per aiutare prostitute e un latitante a sfuggire ai controlli della polizia. L'ex commissario capo di Busto Arsizio è indagato dalla Procura di Milano, competente per i reati informatici commessi nel distretto della Corte d'Appello del capoluogo. L'uomo è sospettato di accesso abusivo a sistema informatico, rivelazioni di segreto d'ufficio e favoreggiamento personale. Il pm di Milano Alessandro Gobbis, specializzato nei reati informatici, ha chiuso le indagini a suo carico, in vista della richiesta di rinvio a giudizio.
Secondo quanto è emerso dalle indagini, l'uomo da agosto a dicembre 2011 avrebbe effettuato decine di accessi abusivi alla banca dati Sistema di indagine con l'obiettivo di raccogliere informative su alcune prostitute e un latitante romeno. Dati, questi, che avrebbero utilizzato «per perseguire le loro finalità illecite o per procurarsi l'impunità o sfuggire alla cattura da parte delle forze dell'ordine». In particolare avrebbe fornito al latitante notizie sui controlli di polizia e informazioni sul luogo di detenzione di alcuni connazionali.
L'ex poliziotto era già stato condannato a 4 anni e 4 mesi di reclusione dal Tribunale di Busto Arsizio per concussione, in quanto avrebbe chiesto mazzette a immigrati che dovevano ottenere il permesso di soggiorno, e assolto invece dall'accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Degli altri addebiti contestati al pubblico ufficiale si è occupata invece la Procura di Milano.
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