Regionali, l’affondo di Gori contro Fontana: è un Borghezio in giacca e cravatta

Frasi choc sulla razza, lo sfidante: "Altro che leghista moderato"

Attilio Fontana e Matteo Salvini

Attilio Fontana e Matteo Salvini

Milano, 16 gennaio 2018 - Giorgio Gori lo definisce un «Borghezio in giacca e cravatta». Giuseppe Sala ironizza sul possibile esilio dalla Lombardia di quanti hanno origini siciliane. Dario Violi lo invita, invece, a guardare ai problemi interni alla sua coalizione. Ritratti, sfottò e inviti con un unico destinatario: Attilio Fontana. Ieri il candidato del centrodestra alla presidenza della Regione ha scosso la campagna elettorale riesumando il concetto di «razza bianca». In un’intervista trasmessa ieri da Radio Padania, Fontana, sul tema immigrazione, risponde così: «L’Italia non può accettare tutti. Qui non è questione di essere xenofobi o razzisti, ma è questione di essere logici o razionali. Non possiamo perché tutti non ci stiamo, quindi dobbiamo fare delle scelte. Dobbiamo decidere se la nostra etnia, se la nostra razza bianca, se la nostra società deve continuare a esistere o se la nostra società deve essere cancellata». Inevitabili le reazioni.

«C’è chi parla di forconi e razza bianca. Noi parliamo di formazione, lavoro, crescita, Europa. Scegliete voi. Fare meglio si deve, senza isterismi e demagogia» commenta a caldo Giorgio Gori. In serata il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione affila le parole: «Fontana viene presentato come un candidato della Lega moderato invece è Matteo Salvini in giacca e cravatta, anzi forse più Mario Borghezio che Salvini. Per questo – conclude Gori in riferimento, stavolta, al gran rifiuto di Onorio Rosati e compagni – la scelta di Liberi e Uguali è ancora più incomprensibile». All’attacco anche Dario Violi, candidato governatore del Movimento 5 Stelle: «Le parole di Fontana sono vergognose. Il fenomeno dell’immigrazione non si risolve con sparate da campagna elettorale, esercizio in cui è già diventato molto bravo. Arresti, corruzione, tangenti nel congelatore, Fontana dovrebbe preoccuparsi del problema della legalità nel suo partito e in tutta la sua coalizione di centro destra. Anche nell’ultima legislatura l’illegalità ha regnato sovrana: pensi prima a fare pulizia nel suo partito». Ironico, come si anticipava, il sindaco Giuseppe Sala: «Siamo solo all’inizio della campagna elettorale e dobbiamo già fare i conti con dichiarazioni così gravi. Se continua così, Fontana prima del 4 marzo potrebbe dire che tutti quelli che si chiamano Calogero e vengono dalla Sicilia hanno un mese di tempo per tornare nella loro regione. Scelgo l’ironia per commentare quanto detto dal candidato del centrodestra. E, anche se si è corretto dando la colpa ad un lapsus, mi chiedo: di questo passo, dove andremo a finire?».

Già, perché ad un tratto Fontana corregge il tiro: «È stato un lapsus, un errore espressivo, intendevo dire che dobbiamo riorganizzare un’accoglienza diversa che rispetti la nostra storia, la nostra società». Mariastella Gelmini, coordintrice regionale di Forza Italia, spegne sul nascere le insinuazioni a proposito di un eventuale cambio di candidato: «Conosco Fontana, è una persona seria e moderata, non un razzista. Si è trattato di una frase infelice della quale si è già scusato ma non va crocifisso per questo. Credo che un tema delicato come l’immigrazione debba essere affrontato con serietà e mi limito a osservare che la sinistra non fa altro che copiare a parole le proposte del centrodestra, come la riduzione degli sbarchi e l’aiuto nei Paesi di origine e l’affermazione della legalità». «L’espressione usata da Fontana è certamente infelice, ma si è scusato e ha corretto il tiro spiegando che si è trattato di una frase uscita male» si accoda Raffaele Cattaneo (Noi con l’Italia), presidente del Consiglio regionale.

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