Referendum autonomia, tablet nei bunker: vietato sapere dove si trovino

Milano, magazzini segreti per evitare manomissioni

Il tablet per il voto elettronico (Radaelli)

Il tablet per il voto elettronico (Radaelli)

Milano, 18 ottobre 2017 - Vietato sapere dove si trovino esattamente. Bisogna accontentarsi di due rassicurazioni, scandite dall’assesore Giovanni Fava. La prima è che la loro collocazione è stata studiata in modo che tutta la Lombardia sia coperta a dovere: «Ce n’è almeno uno per ogni provincia, salvo alcune province nelle quali ce n’è più di uno. In tutto sono una ventina».

La seconda è che «tale localizzazione è stata studiata in modo da garantire tempi d’intervento rapidi in caso di necessità: massimo 30 minuti». Protagonisti del mistero sono i magazzini che custodiscono i tablet atteaverso i quali i lombardi, questa domenica, dovranno promuovere o bocciare il referendum per l’autonomia della Regione e quelli di scorta, nel caso qualche apparecchio andasse in panne. «Eventuali guasti – insiste Fava – saranno risolti entro 30 minuti attraverso i tutor presenti ai seggi e le squadre di assistenza, pronte a far arrivare i tablet di scorta dove servisse»: tra gli uni e le altre si parla di 7mila persone, «quasi tutte già reperite attraverso le agenzie interinale». I tablet acquistati da Regione Lombardia, invece, sono 24mila e 8mila i seggi nei quali si voterà. La localizzione dei magazzini è tenuta segreta per ragioni di sicurezza: più di tutto bisogna evitare manomissioni che potrebbero falsare l’esito del voto. È, questo, l’ennesimo aspetto inedito di una consultazione che di tipico ha niente. Il voto elettronico, d’accordo. Ma c’è pure altro: finora era stato il Ministero dell’Interno, attraverso le Prefetture, a vigilare contro la contraffazione delle schede elettorali, a gestire i dati della consultazione e a validarli inviandoli alla Corte d’appello per presa visione. In questo caso la responsabilità di magazzini, tablet e squadre di assistenza è in capo ad una società privata, la Smartmatic, che ha vinto la gara da 23 milioni lanciata dalla Regione. E la gestione dei dati elettorali sarà a carico di Lombardia Informatica, una società della stessa Regione. Salva resta solo la Corte d’appello.

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