Primarie Pd, Orlando corteggia Sala: "Ripartire da Milano, è il mio modello"

Il candidato alla segreteria dem incontra il sindac. Si attende l'appuntamento ad aprile con Matteo Renzi

Andrea Orlando a Milano

Andrea Orlando a Milano

Milano, 18 marzo 2017 - Primarie Pd: nella corsa alla segreteria del Pd, dopo Michele Emiliano, ecco che a Milano arriva il ministro della giustizia Andrea Orlando.  Ad aprile potrebbe essere la volta del segretario dimissionario Matteo Renzi. Orlando prima ha tenuto un incontro alla Fondazione Feltrinelli di viale Pasubio, sul palco insieme all’assessore Pierfrancesco Majorino, poi si è recato a casa del sindaco Giuseppe Sala per un faccia a faccia.

RIPARTIRE DAL 'MODELLO MILANO' - Orlando intende partire dal 'modello Milano' e anche per questo ha chiesto d'incontrare il sindaco Giuseppe Sala senza però, precisa "tirare per la giacca nessuno". Lo ha spiegato lo stesso Orlando arrivando alla Fondazione Feltrinelli per un incontro per presentare la sua proposta alla città. "Dirò che voglio partire da come il centrosinistra ha lavorato a Milano - ha detto anticipando i temi del suo intervento - voglio ripartire dalla capacità di ricucire degli strappi, di guardare all'Europa come un riferimento, senza mai farsi distogliere o inseguire i populisti" . Un messaggio che Orlando manda anche al sindaco: "Io vorrei partire da Milano, quindi se Sala interpreta il modello Milano, credo che in qualche modo interpretiamo lo stesso modello", ha detto. Il ministro ha quindi riferito che proprio per questo incontrerà "a breve" il sindaco. "Gli spiegherò perché è giusto che sostenga la mia piattaforma - ha affermato - poi il mio compito non è tirare per la giacca nessuno, ma provare a spiegare le mie ragioni, come hanno fatto anche gli altri candidati".

LOTTA AL POPULISMO -   Ai milanesi, si è rivolto Orlando, "dirò che voglio partire da come il centro-sinistra ha lavorato a Milano. Voglio ripartire dalla capacità di ricucire degli strappi, di guardare all'Europa come un riferimento, senza mai farsi distogliere o inseguire i populisti". Il populismo è, per il candidato Dem, il vero nemico da battere. È "un veleno che è entrato anche dentro di noi" e l'esempio da seguire, ancora una volta, è quello di Milano: una città dove il populismo non ha attecchito e "dove in 15 mesi si è assistito a una crescita di 50mila unità della popolazione tra i 25 e i 40 anni". È la nuova generazione ed è questa la risposta alla domanda sul perchè non vi sia il populismo. " Milano - ha aggiuntoOrlando - ha saputo dare una risposta alle nuove generazioni a cui invece il governo guidato dal Pd non ha saputo dare. Riconoscere questa verità è il modo per ripartire".

LA QUESTIONE SOCIALE - Al centro, per Orlandoi, ci deve essere la questione sociale ristabilendo un rapporto con il popolo. "La democrazia - ha spiegato Orlando - non sta cadendo sotto i colpi della burocrazia ma perché la sta mangiando la disuguaglianza sociale". Il primo impegno del ministro, nel caso in cui divenisse segretario del Pd, è quello di "debellare in tre anni la povertà assoluta". L'EUROPA - "Al Lingotto ho visto la sfilata delle vecchie glorie che si sono succedute tra vecchi slogan e citazioni di Lenin. A questo io rispondo 'Europa'", ha detto il Guardasigilli.  "Il partito democratico -  ha sottolineato - è l'unico partito europeista del paese. Europa e la grande opportunita', e per questo tremo quando vedo che le nostre parole si possono confondere con quelle degli altri". Poi un passaggio sull'ex segretario Matteo Renzi. "Bisogna dirgli grazie per aver portato il partito democratico all'interno del Pse. Ma va detto che oggi, dobbiamo anche svolgere un ruolo all'interno del Pse. Per questo ho proposto un vero congresso del Pse, che non sia fatto solo da coloro che sono a fine carriera ma da tutti i militanti".

IL LAVORO DI PISAPIA - In tema di alleanze, Orlando non ha dubbi: "È interessante il lavoro di Giuliano Pisapia" che la scorsa settimana ha presentato il suo Campo Progressista. Secondo il ministro della Giustizia bisogna "guardare al civismo democratico che è l'interlocutore fondamentale per costruire nuove alleanze. Questa è la condizione che questo tempo ci impone per costruire la democrazia".

INCONTRO ORLANDO -SALA - L'incontro è durato circa mezz'ora, viene definito un'occasione di "saluto cordiale", in cui Orlando e Sala hanno discusso di questioni milanesi e in generale della governance delle città metropolitane. Orlando, a quanto si è appreso, ha espresso al sindaco "l'importanza dell'esperienza di Milano per la costruzione del centrosinistra" a livello nazionale, come aveva spiegato nell'incontro con i sostenitori. Interpellato a margine di una visita all'istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone, Sala ha sostenuto che "le visioni politiche di chi vuol governare il Paese devono mostrare una grande attenzione alle realtà locali", particolarmente "a quelle più virtuose" come Milano. Perché, ha aggiunto, bisogna porre un limite alle "politiche centralistiche che partono da Roma e poi a Roma tornano, senza aver lasciato traccia sul territorio".

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