Primarie Pd, disgelo tra Sala e Renzi: "Ma Milano è la mia unica priorità"

Incontro a casa del sindaco. Il segretario vuole il voto di Mr. Expo

Il sindaco Giuseppe Sala, 58 anni, e l’ex premier Matteo Renzi, 42, alla messa per Franca Sozzani

Il sindaco Giuseppe Sala, 58 anni, e l’ex premier Matteo Renzi, 42, alla messa per Franca Sozzani

Milano, 28 febbraio 2017 - Prima si siedono uno di fianco all’altro durante la messa in Duomo per Franca Sozzani e si scambiano qualche parola nell’orecchio. Poi si vedono a casa del primo cittadino, in zona Brera, per un’ora. L’atteso faccia a faccia tra il sindaco Giuseppe Sala e il segretario dimissionario del Pd Matteo Renzi alla fine c’è stato. I due non si erano più visti dopo il 4 dicembre, il giorno del voto sul referendum costituzionale. Da allora a oggi molte cose sembrano essere cambiate tra loro. Se qualcuno si ostinava a considerare «renziano di ferro» il manager Expo spinto dal Pd sulla poltrona più prestigiosa di Palazzo Marino, si è dovuto ricredere.

Sala, dopo il 4 dicembre, si è smarcato da Renzi a più riprese.  Inizialmente sulla data del voto delle elezioni politiche: mentre l’ex premier spingeva per le elezioni anticipate a giugno, il primo cittadino diceva che la legislatura doveva proseguire e arrivare a fine mandato, cioè al 2018. Un sostegno deciso al Governo Gentiloni, uno sgarbo alla strategia renziana. Ma l’ultimo screzio a distanza tra Sala e Renzi è molto più recente. Dopo che il Pd ha fissato le primarie il 30 aprile (Renzi, Orlando ed Emiliano in corsa), sabato Sala ha gelato Renzi: «Per chi voterò alle primarie Pd? Non ho ancora deciso, voglio ascoltare i programmi e sentire quello che ognuno di loro può dare a Milano». Peccato che il Rottamatore sia già in giro per l’Italia a costruire la sua mozione e il sostegno del sindaco di Milano lo consideri utile, anzi doveroso. Sala la pensa diversamente, non vuole apparire «il primo fan» di Renzi, punta a mantenere un profilo indipendente, da sindaco pragmatico che guarda prima di tutto all’interesse di Milano e non alle sorti del Pd. Posizioni distinte, se non proprio distanti, quelle di Sala e Renzi tra elezioni politiche e primarie del Pd. Di questo hanno parlato i due durante l’ora di confronto a casa del numero uno di Palazzo Marino. Com’è andato il faccia a faccia? Il sindaco non commenta, Renzi nemmeno. Ma le indiscrezioni post-incontro raccontano di un disgelo tra il sindaco e l’ex premier. Anzi, nel Pd milanese assicurano che alla fine, pur tra qualche distinguo, Sala sosterrà Renzi alle primarie dem.

L’interesse di Milano e il risultato delle primarie del Pd sono compatibili con un’intesa tra Sala e Renzi? In mattinata, prima dell’incontro, il sindaco assicurava che «Milano non è avulsa da quello che succede nel centrosinistra, anzi vuol essere un esempio, visto che è riuscita a tenere insieme tutti. Non sono due argomenti che vanno separati, io però mi occupo di Milano e al centro c’è sempre l’interesse della mia città». Renzi deluso dalla presa di distanza di Sala? Il sindaco replica così: «La mia stima per Renzi la conoscono tutti, ma io devo pensare al bene di Milano prima di tutto. Ritengo che sia meglio andare a votare a fine legislatura». Non a caso stamattina a Palazzo Marino il sindaco, insieme ai suoi assessori, incontrerà il premier Paolo Gentiloni per parlare della candidatura di Milano come sede dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) e per fare il punto sul Patto per Milano. Sì, proprio il Patto che Sala e Renzi firmarono a settembre in Comune. Sembra passato un secolo. In politica succede.

massimiliano.mingoia@ilgiorno.net

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