"In Parlamento e nelle città la sfida sarà cambiare tutto". È la riscossa animalista

Michela Brambilla: "Un partito che difenda diritti"

Michela Vittoria Brambilla con un cane

Michela Vittoria Brambilla con un cane

Milano, 29 maggio 2017 - Un nuovo partito. Ma diverso, perché nasce in difesa dei diritti degli animali, un tema che gli altri partiti hanno sempre considerato irrilevante, non meritevole di attenzione. E questo, nonostante le decine di milioni di italiani che a casa abbiano un cane, un gatto, un canarino. Adesso qualcuno si sveglierà, ma sarà troppo tardi. Lo spazio lasciato libero è già stato occupato da Michela Vittoria Brambilla, che dopo le foto pasquali nel parco di Arcore accanto a Berlusconi che dà il biberon all’agnellino, è scesa in campo (per usare un’espressione cara al Cavaliere) presentando il suo Movimento Animalista, che va preparandosi alle prossime elezioni politiche.  Nonostante la Brambilla, fondatore e presidente del movimento, sia una deputata di Forza Italia e nonostante il socio co-fondatore sia proprio Berlusconi, gli animalisti dicono di non essere di parte. Difficile da pensare che non abbiano il convinto (e interessato) appoggio del centrodestra, ma di sicuro c’è che hanno raccolto la convinta adesione di varie associazioni che fino a poco tempo fa simpatizzavano per la sinistra. Ed è probabile che oggi nel Pd qualcuno stia pensando di essersi lasciato sfuggire un tema molto popolare.

Onorevole Brambilla, francamente non si sentiva il bisogno di un altro partito…

«Invece, visto che non lo fa nessuno, per difendere i diritti degli animali serve essere strutturati come un partito. Puntiamo al Parlamento, ma stiamo organizzandoci su tutto il territorio nazionale per entrare nelle amministrazioni locali».

C’è chi ha detto che lei fa un partito di destra scippando un tema caro alla sinistra.

«Sciocchezze. Siamo indipendenti. La politica, tutta la politica, è stata finora incapace di dare una risposta alle legittime istanze di chi ama gli animali. Gli ultimi quattro anni poi sono stati disastrosi, Renzi ha fatto danni enormi».

Dicono anche che vi presentate ora, alla vigilia delle elezioni, per portare acqua al mulino delle destre…

«Che significa? Certo, ci candidiamo, quindi ci presentiamo prima delle elezioni, non dopo. La verità è che noi animalisti (e io lo sono da tempi non sospetti) ci siamo resi conto che non possiamo delegare più a nessun altro la rappresentanza di questi temi. Che dobbiamo fare da soli. E comunque la difesa dell’ambiente e dei diritti degli animali è una battaglia di tutti, non è né di destra né di sinistra».

Ma non penserà che solo per avere un gatto o un cane qualcuno debba votare per voi.

«No, certo, ci mancherebbe altro. Ma chi ama gli animali da oggi sa che finalmente c’è qualcuno che nelle istituzioni si preoccuperà di loro. E tutelando gli animali, di conseguenza, tuteliamo anche i loro padroni».

E a chi obietta che bisognerebbe pensare agli uomini prima che agli animali, cosa risponde?

«Beh, questi sono i peggiori di tutti. Sono i benaltristi, quelli che dicono che ci sono ben altri problemi, dalla disoccupazione, alla lotta contro la povertà, e che parlano, parlano e non fanno un tubo». Confrontiamo l’Italia con gli altri Paesi. Come siamo messi nella tutela degli animali? «A livello di cuore, molto bene perché c’è una grande sensibilita’. A livello normativo, invece malissimo».

Fra i diritti degli animali c’è anche quello del cagnolino di entrare al bar col padrone che va a prendere il caffè?

«Certamente. Gli esercizi pubblici devono essere accessibili agli animali».

Cosa è possibile fare contro la piaga dei bocconi avvelenati nei parchi cittadini?

«Pene esemplari per i criminali che vengono colti in flagrante, è raro purtroppo, ma qualche volta succede. E in generale comunque una maggiore vigilanza, telecamere, penso anche a un’azione di coordinamento fatta dalle prefetture. Non dimentichiamo che anche i bambini che giocano possono essere incuriositi da questi maledetti bocconi».

E per chi abbandona gli animali e chi li maltratta?

«Bisogna invertire la rotta. Non sono reati di lieve entità, vanno sanzionati molto più severamente di oggi. Per questo puntiamo a una riforma costituzionale perché gli animali vengano riconosciuti come esseri senzienti».

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