Michele Emiliano: "Un’affluenza record di militanti. E potrei essere segretario del Pd"

Il candidato incontra i sostenitori a Milano e detta la linea

Michele Emiliano

Michele Emiliano

Milano, 16 marzo 2017 - Palazzo Radetzky, via Cusani 5, nel centro di Milano. Michele Emiliano, magistrato in aspettativa da 13 anni, governatore della Puglia, candidato alla segreteria del Pd, arriva in taxi all’appuntamento con i suoi sostenitori, proprio nel momento in cui gli organizzatori dell’incontro stanno cercando (non affannosamente, per la verità) una bandiera del Pd.

Perché ha scelto di restare nel Pd? E se verrà sconfitto continuerà a fare opposizione dall’interno?

«Mi sono candidato perché il Pd ha una crisi profonda di leadership, mi sono candidato per consentire al Pd di vincere le prossime elezioni. Dopo le ripetute sconfitte subite da Renzi è inimmaginabile che lui si ripresenti agli elettori come se nulla fosse».

Ha deluso gli scissionisti che la vedevano già con loro…

«Ho riflettuto a lungo, arrivando alla conclusione che la scissione non era la soluzione, perché dividendoci aumentiamo le chances delle destre e dei cinquestelle».

Non la spaventano i sondaggi che danno Renzi molto avanti rispetto a lei e a Orlando?

«Sono sondaggi che riguardano una comunità di un milione e mezzo di persone. Basterebbe che andassero a votare in due milioni e cambierebbe tutto. No, io sono fiducioso. Il partito deve tornare ad essere di proprietà dei militanti, non di Matteo Renzi come è stato finora».

Dicono che lei strizzi l’occhio ai Cinquestelle e che non esiterebbe a imbarcarli in un governo. Ma non ricorda la figuraccia di Bersani?

«Io ho grande attenzione per l’elettorato dei Cinquestelle per la semplicissima ragione che in gran parte provengono dal partito democratico. Vorrei rimediare in modo sincero e non ipocrita agli errori commessi da Renzi per riportare a casa questi elettori. Io non ho alcun pregiudizio o rancore nei confronti dei Cinquestelle».

Referendum sui voucher. Cosa risponde a chi sostiene che la sinistra è contro le riforme che semplificano il lavoro?

«Tutti i rimedi che hanno ridotto i diritti in nome di una maggiore flessibilità del lavoro che avrebbe dovuto rilanciare l’economia non hanno mai funzionato. Non sono le regole del lavoro che creano la competitività che invece dipende dalle idee, dalla cultura d’impresa, dal sostegno dello Stato alle aziende e dalla capacità di difendere le imprese italiane. Io ho avuto l’impressione che il Pd abbia smesso di essere il partito dei più deboli e che sia diventato il partito che rincorre quelli che hanno già vinto. I più deboli però non sono solo i clochard o i disoccupati. Sono anche gli imprenditori con migliaia di dipendenti che ad esempio a causa di un embargo verso la Russia o a causa del cambiamento di una regola europea si trovano fuori dal mercato».

Lei ha detto che il referendum deve essere abbinato alle amministrative in un election day. Non sarà che temete di non raggiungere il quorum sui voucher?

«I referendum si fanno per sentire l’opinione della gente. Vanno agevolati, non boicottati. Soprattutto non possono essere boicottati da chi fa l’arbitro. E poi, votando lo stesso giorno, si risparmierebbero 300 milioni di euro, questo gli italiani devono saperlo».

Che giudizio dà dell’ultima uscita di Renzi al Lingotto? Questo ticket con Martina punta a raccogliere consensi a sinistra…

«Onestamente, con tutto il rispetto per il ministro Martina che sicuramente è una brava persona, non riesco a capire come faccia a pescar voti a sinistra…»

Il sindaco di Milano si è detto deluso dal Renzi del Lingotto. Dice che manca una proposta seria per vincere le elezioni. Crede che Sala voterà per lei?

«No, non lo so, Sala è un uomo saggio, saprà quel che deve fare. Ho molto rispetto per lui. Non posso però negare che quella sua critica a Renzi mi abbia fatto piacere anche perché credo che abbia colto nel segno».

Quando parla di mancanza di contenuti nel programma di Renzi?

«Esattamente».

Lei non ha gradito la battuta di Renzi che ha paragonato il batterio che in Puglia sta distruggendo gli ulivi all’azione degli scissionisti…

«Beh sì, sarebbe come se qualcuno scherzasse sui tumori o sulle disabilità. In Puglia stiamo lottando strenuamente contro questo batterio, ne abbiamo rallentato l’espansione, ma la Xilella è anche in Sardegna, in Corsica, è un vero flagello e non bisogna scherzarci su».

Lei ha detto che nel Pd di Renzi si usano metodi intimidatori. A cosa allude?

«Al fatto che se qualcuno, come è capitato, telefona a un sindaco che mi vuole sostenere e gli dice che questo complicherà il suo futuro, ecco questa per me è una intimidazione».

L’anno prossimo andremo a votare con un sistema proporzionale che non dà alcuna garanzia di governabilità. Il Pd di Emiliano guarderebbe solo a sinistra per costruire una maggioranza.

«Io ho governato con una coalizione che va dai cattolici democratici fino all’estrema sinistra. Quando la guida è salda non ci sono problemi di natura politica. Io credo alla formula ulivista che però non può essere quella di un tempo, deve essere rilanciata, rinnovata, allargata. Se invece prevalesse Renzi, un Pd minoritario stringerebbe l’alleanza con una Forza Italia minoritaria. Col risultato che alla prossime elezioni Grillo prende il 70 per cento dei voti».

Cosa pensa della vicenda Consip? Chi sta mentendo?

«È la commedia degli equivoci. Ma non fa per niente ridere. Anzi, mi spezza il cuore perché o mente un ministro o mente l’amministratore delegato della centrale acquisti nazionale. Delle due l’una».

Le piace l’imitazione che le fa Crozza?

«Moltissimo. Mi sono fatto delle grosse risate. Lui ha colto l’essenza della mia mozione, l’unica veramente alternativa a Renzi».

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro