Referendum per l’autonomia, l'assessore Fava: "Stop a schede, matite e... parolacce"

L'esponente della Giunta lombarda illustra le novità della consultazione

L'assessore Gianni Fava

L'assessore Gianni Fava

Milano, 6 settembre 2017 - Assessore Gianni Fava, coordinatore dell’azione di Regione Lombardia per il Referendum per l’autonomia della Lombardia in programma il 22 ottobre, a che punto è la macchina organizzativa?

"Siamo a buon punto, direi. Quando ho accettato questo incarico mi hanno preso per matto. Invece abbiamo già un accordo con Anci, l’organismo che rappresenta i Comuni, per coprire le spese: sono previsti 6 milioni di euro da ripartire fra gli enti locali, saranno allestite ottomila sezioni in tutta la Lombardia e il contratto di fornitura delle macchinette di voto che altro non sono che dei tablet è stato firmato oltre un mese fa. Ce ne saranno in tutto 24 mila, due, al massimo tre, per ogni sezione. Tutto dipende dal numero di elettori per sezione. Insomma è partito il conto alla rovescia...".

Lei la fa semplice....chi gestirà le operazioni del voto elettronico nei seggi? Ed è vero che la Lombardia sta cercando ottomila scrutatori?

"Noi non stiamo cercando nessuno. Andiamo con ordine...toccherà ai Comuni come sempre assicurare la regolarità delle operazioni di voto nei seggi, con le modalità classiche, utilizzando scrutatori. Diversa la selezione che è stata effettuata da Manpower per cercare dei profili tecnici che saranno dislocati nelle sezioni. La società olandese Smartmatic che si è aggiudicata il bando pubblico regionale pubblico garantirà la presenza di almeno un tecnico, se non due, per ogni seggio elettorale. Il sistema è semplice e intuitivo. La “macchina di voto” è composta sostanzialmente da uno schermo (tipo tablet) e una memoria interna. Mandiamo in soffitta matita e scheda, votare sarà semplice,«si», «no», scheda bianca. Le liturgie di sempre sono finite, nemmeno più le parolacce si possono scrivere, semmai protestare a voce alta... solo quello e un minuto dopo il voto avremo anche i risultati. Zero contestazioni".

Costi aggiuntivi rispetto a quelli previsti?

"No, tutto rientra nel budget previsto. 21 milioni più Iva per le voting machine, rimborsi ai comuni, la comunicazione, circa 1,3 milioni di euro. Ma stiamo rifacendo tutti i conti per limarli il più possibile".

Appianate le divergenze con il Governo?

"Dopo la complessa fase iniziale ora va bene. Il prefetto Lamorgese che ha avuto la delega dal ministero dell’Interno ha dimostrato finora un grande spirito collaborativo".

Questo referendum è l’iniziativa più importante di fine legislatura?

"Direi dell’intera legislatura! È il primo atto politico “eversivo“, democratico, in cui si mette in discussione il rapporto con il Governo centrale".

Costoso e inutile, dicono i detrattori, pure consultivo...

"Era consultivo anche quello per la Brexit...Il Governo di Roma in questi anni ha dimostrato di non voler trattare con nessuno. Al contrario ha voluto trattare sulle competenze e non sulle risorse. Noi facciamo un passo in più, vogliamo competenze e risorse".

Preoccupazioni?

"Far comprendere ai lombardi le ragioni di questo test e portarli alle urne. Trovo molto più insidioso il fronte dell’astensionismo, temo chi dice che non serve andare a votare".

Che fine faranno i tablet utilizzati per il voto elettronico?

"Andranno in comodato d’uso alle scuole. Ma la speranza è che si possano dotare del software per votare alle prossime Politiche e Regionali. Serve una legge dello Stato, si dovrà accettare la modernità della Lombardia".

Il presidente Maroni ha reclutato degli esperti...

"Testimonial illustri come Nicola Ciniero, ex presidente di Ibm Italia con una lunga carriera come manager di imprese multinazionali. Lui e altri saranno in grado di spiegare bene anche al mondo delle imprese le ragioni del referendum per l’autonomia lombardo. E da oggi fino al 22 ottobre io e il presidente Maroni saremo in pressing: ogni sera in una diversa città lombarda a spiegare perchè è così importante andare a votare. Più di così!".

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