La sfida dei sindaci sotto i campanili. Ma il voto è anche un test politico

Como, Lodi e Monza i capoluoghi alle urne: 30 i possibili ballottaggi

Elezioni amministrative 2017

Elezioni amministrative 2017

Milano, 10 giugno 2017 - Tre capoluoghi di provincia e 139 comuni, circa un decimo del totale dei municipi lombardi, per 1.158.821 elettori coinvolti. Sono i numeri della chiamata alle urne di domani nella nostra regione (qui tutti i Comuni lombardi al voto), dove si vota per il sindaco e il consiglio comunale.  Seggi aperti dalle 7 alle 23, con la possibilità di fare il bis - con il turno di ballottaggio fra i due candidati più votati che non abbiano però ottenuto la maggioranza assoluta - due settimane dopo in 30 comuni sopra i 15mila abitanti. La città più grossa ad andare al voto è Monza, seguita dai capoluoghi Como e Lodi. Si vota per la prima volta ad Alta Valle Intelvi (Como) e Sermide e Felonica (Mantova), di nuova istituzione. Torna alle elezioni anche San Fermo della Battaglia (Como), dove per effetto della fusione per incorporazione la popolazione è aumentata di oltre un quarto. 

Ma non sarà solo un passaggio amministrativo. Per la portata dei numeri e per la vicinanza con le prossime scadenze - elezioni regionali e politiche - il voto di domani sarà anche un interessante test politico, soprattutto per la Lega e il centrodestra che sostiene Maroni a Palazzo Lombardia e per il Pd e la galassia alla sua sinistra a livello nazionale. In mezzo, l’incognita grillina e le sorprese dell’urna. A Monza, ex fortino moderato conquistato dal centrosinistra, si ripresenta il sindaco uscente Roberto Scanagatti (Pd) appoggiato da un’ampia maggioranza che coinvolge anche gli ultimi ‘ribelli’ approdati in Art.1-Mdp. Dovrà vedersela con l’ex presidente della Provincia di Monza e Brianza Dario Allevi, alfiere del centrodestra, ricompattato in una coalizione che aggrega Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega e due liste civiche. Gli altri candidati sono l’ex assessore centrista Pier Franco Maffè, il grillino Danilo Sindoni, Paolo Piffer (lista civica), Michele Quitadamo (Sinistra Alternativa) e Manuela Ponti per il partito di Adinolfi Popolo della famiglia, sostenuta da esponenti di Fn.  A Como sono in corsa 6 candidati. Mario Lucini, primo sindaco di centrosinistra nella storia della città, non si ricandida. Al suo posto c’è Maurizio Traglio, di area cattolica, vincitore delle primarie del Pd. Contro di lui Mario Landriscina (centrodestra), Celeste Grossi (Sinistra italiana), Bruno Magatti (indipendente), Alessandro Rapinese (indipendente) e Fabio Aleotti (M5S). Lodi arriva al voto dopo il commissariamento seguito all’arresto del sindaco del Pd Simone Uggetti per l’ipotesidi turbativa d’asta in relazione all’appalto per la gestione delle piscine comunali. Si contendono il municipio Carlo Gendarini (centrosinistra), Sara Casanova (centrodestra unito), Massimo Casiraghi (M5S), Stefano Caserini (Sinistra italiana) e l’indipendente Luca Scotti. Tra le principali città dell’hinterland milanese c’è Sesto San Giovanni dove sono in 6 a sfidare la sindaca uscente del centrosinistra Monica Chittò. Tante le curiosità dalle province. Nella Bergamasca vanno ai seggi 21 comuni, tutti sotto i 15mila abitanti, quindi niente ballottaggi.  Nel Bresciano ci sono comuni con un solo candidato: Malonno e Paspardo in Valcamonica, mentre a Provaglio Val Sabbia si candida solo l’opposizione.

 

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