Milano, Cracco apre il ristorante in Galleria: "Il primo tutto mio"

Soddisfatto lo chef stellato

La presentazione del ristorante di Carlo Cracco

La presentazione del ristorante di Carlo Cracco

Milano, 21 febbraio 2018 - Effetto «Sliding Doors»: una location quasi cinematografica lungo la navata principale della Galleria Vittorio Emanuele II; e lui, Carlo Cracco, avvolto in un elegante completo grigio e con un’espressione sorridente che raramente gli avevamo visto concedere al pubblico televisivo, felice di presentarsi davanti al sindaco Giuseppe Sala e a Fabio Fazio in veste di cerimoniere, e di ripetere «questo è il primo, vero ristorante tutto mio».

Spazio strepitoso, degno dello chef che ieri, a fianco della moglie Rosa Fanti, ha affrontato la «porta girevole» più importante della sua vita professionale: per la cura dei dettagli, per le raffinate architetture dal gusto ottocentesco. E per i numeri: 1.118 metri quadrati su 5 piani, 18 anni di concessione, un affitto di oltre 1 milione l’anno e una proposta culinaria che dovrebbe far volare il fatturato che nel 2016 aveva superato i 7 milioni di euro. Certo, in una metropoli vanitosa come Milano, per mordere bisogna avere i denti. Ma evidentemente lui li ha in abbondanza, tenendo conto dell’aspettativa che accompagna questo ristorante che aprirà formalmente oggi (esattamente alle 8) e che ha l’ambizione di essere al tempo stesso un café-pasticceria (piano terra) e una tavola gourmet (primo piano), una cantina (seminterrato, con 2mila etichette) e un salone privato (secondo piano), con un range di prestazioni che spazia dal livello Galleria abbastanza accessibile ai menù da 190 euro (prezzi sui 45 euro per singolo piatto).

Tra sindrome di Ulisse che torna alle origini e la voglia di dare una tregua all’impegnativa esperienza televisiva, Cracco sembra ritrovare sua dimensione più naturale di cuoco e imprenditore. Come dire: lo si vedrà più spesso nel suo locale, quasi a ristabilire il giusto equilibrio tra l’esposizione mediatica e la cura del suo talento più autentico, quello che si materializza in cucina, tra menù che dovrebbero riprendere alcuni suoi piatti iconici ma anche introdurre ricette innovative. Ovviamente senza rinunciare a pensare in grande. Perché non è meno sorprendente l’ambizione di mettere insieme food e design, arte e glamour attraverso interventi specifici per le «lunette» dell’ammezzato trasformate in vetrine d’arte fruibili dagli oltre 100mila visitatori che transitano ogni giorno tra piazza Duomo e Scala. Subliminale: se la Galleria, per sillogismo, è il centro del mondo milanese, il «Carlo nazionale» punta a diventare il centro del centro.

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