La Russa: "Il programma prima del leader. Centrodestra unito, l’intesa si trova"

Il fondatore con la Meloni di 'Fratelli d''Italia': "Legge elettorale? Sono per il premio di coalizione

Ignazio La Russa

Ignazio La Russa

Milano, 18 maggio 2017 - La destra italian esulta e parla di decisione storica. «Parole scolpite nella pietra» ha detto il governatore del Veneto, Luca Zaia, della sentenza della Cassazione che ha affermato che gli immigrati hanno il dovere di adeguarsi ai valori del mondo occidentale. L’onorevole Ignazio La Russa, fondatore con la Meloni di «Fratelli d’Italia», non nasconde la propria soddisfazione ma si domanda «se c’era bisogno di una sentenza della Cassazione per affermare un concetto così ovvio».

Qualcuno ha obiettato che sarebbe stato meglio parlare di leggi o regole e non di valori.

«Capisco che i soliti pseudo buonisti avrebbero preferito la parola leggi. Invece la Cassazione ha fatto bene a parlare di valori. È molto più significativo parlare di valori, e poi i valori sono alla base delle leggi, abbracciano un concetto più ampio. Sarebbe stato banale dire che tutti devono rispettare le leggi, ci mancherebbe altro. Questa sentenza ha un valore culturale enorme. Anche nei confronti di tutti coloro che ritengono che eliminare il presepe o il crocifisso dalle aule sia un segno di rispetto verso chi professa un’altra religione. Come se noi dovessimo rinunciare ai nostri valori per non urtare la sensibilità altrui».

L’accoglienza sta diventando un business colossale per la criminalità. Lo scandalo del Cara di Capo Rizzuto con i clan mafiosi che intascavano i milioni della Ue destinati ai profughi è emblematico.

«Certo, ma finché si elargiscono così tante risorse per l’accoglienza senza controllare a chi finiscono, le cose non cambieranno. Noi abbiamo sempre detto che chi prende i soldi per l’accoglienza dovrebbe dimostrare fino all’ultimo euro come li spende. Questo oggi non avviene. E poi bisognerebbe smetterla con l’accoglienza indiscriminata che favorisce solo la criminalità e penalizza quelli che invece sono meritevoli di essere aiutati».

Onorevole La Russa, cosa hanno insegnato le elezioni francesi alla destra italiana?

«Direi che una lezione arriva piuttosto per la destra francese che non può pensare di vincere da sola. La destra italiana non ha bisogno di lezioni perché è dal 1994 che noi siamo alleati con i popolari, con il centro. La Le Pen questo non l’ha capito».

Lei è rimasto deluso dal risultato della Le Pen? Si aspettava qualcosa di più?

«L’esito del ballottaggio era scontato. Ci metterei la firma che uno schieramento sovranista in Italia arrivi al 35 per cento. Se la Le Pen fosse in Italia sarebbe il primo partito».

E il Macron italiano chi potrebbe essere?

«Guardi, un Macron lo abbiamo già avuto. Era Monti e ci è bastato».

Lei parla di un centrodestra italiano unito. Per la verità in questo momento i rapporti fra Berlusconi e Salvini non sembrano dei migliori.

«Succede questo perché sono mutati i rapporti di forza, ma le cose si aggiusteranno. Si troverà sicuramente un’intesa».

Molto dipenderà anche dalle legge elettorale.

«Non c’é dubbio. La strada più semplice e più veloce sarebbe di portare al Senato l’attuale legge che c’è alla Camera».

Ma se il premio di maggioranza venisse assegnato alla lista e non alla coalizione, vi presentereste tutti insieme in un unico listone?

«Noi preferiremmo il premio alla coalizione ma se le cose restassero così non vedo alternative al listone».

Ma secondo lei Salvini ci starebbe a portare la Lega in un listone?

«Dipende dal programma. Deve essere come minimo un programma euroscettico. Noi pensiamo che con la buona volontà di tutti si possa trovare una sintesi. E poi se il centrodestra vuol sconfiggere Grillo e Renzi non può che presentarsi unito alle elezioni, qualunque legge elettorale ci sia».

E se vincete il premier chi lo fa? Il leader del partito che prende più voti?

«Lo fa quello che viene incaricato dal presidente della Repubblica».

Non è prioritaria la questione della leadership?

«No, viene dopo. Prima c’è la questione del programma e di come stare insieme».

Il leader andrebbe scelto con le primarie?

«Io sarei favorevole, ma vedo che altri la pensano diversamente».

Lei pensa davvero che un centrodestra unito possa prendere un voto in più del Pd e dei 5Stelle?

«Ne sono profondamente convinto». Non teme una possibile ammucchiata se nessuno arrivasse al 40 per cento? Non teme un inciucio fra Renzi e Berlusconi?

«Berlusconi è stato scottato dal patto del Nazareno, E poi credo che preferisca vincere col centrodestra piuttosto che andare al governo con il Pd. Io sarei per abbassare il premio al 37 per cento. Questo potrebbe scongiurare gli inciuci perché sarebbe più facile per tutti raggiungere questo obiettivo e governare senza dover ricorrere ad indecorose ammucchiate».

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