Elezioni comunali, Balzani lancia il programma in otto punti

Il vicesindaco e candidato alle primarie del centrosinistra elenca gli otto punti per Milano

Francesca Balzani (Newpress)

Francesca Balzani (Newpress)

Milano, 4 gennaio 2016 - Un programma elettorale in otto punti per una Milano «bella e orgogliosa» in cui la contrapposizione tra centro e periferia viene superata per una città policentrica. Francesca Balzani, candidata alle primarie del centrosinistra, ha pubblicato sulla sua pagina ufficiale un programma elettorale in otto punti, '8 punti e virgola per Milano'. Uno è dedicato alla nascita di una città policentrica per una Milano «con più centri vitali, nei quali investire per il recupero degli edifici e dei servizi al cittadini». Milano «è la capitale dell'innovazione» e al punto 3 del suo programma la vice sindaco propone di «valorizzare le imprese culturali come fattori determinanti del prodotto interno» perché «la filiera della cultura produce crescita, sviluppo, integrazione e bellezza».

In continuità con la giunta di cui è anche assessore al Bilancio, Francesca Balzani, propone una mobilità condivisa e una forma di governo della mobilità integrata con quella dell'area metropolitana. In tema di sicurezza arriva la proposta di sperimentare la «sicurezza di vicinato, attraverso la prevenzione della criminalità e la collaborazione continua fra le realtà dei quartieri e le forze che operano per la sicurezza». Valorizzare le realtà del terzo settore, di cui Milano è ricca, anche quelle più piccole è l'obiettivo del punto 6. E' la città della biodiversità e della tutela del patrimonio esistente la Milano descritta nel punto 7, in cui Francesca Balzani propone «un modello di sviluppo centrato sulla ricostruzione anziché sul consumo dell'ambiente», in cui per le aree dismesse si deve puntare ad aver tanto spazio verde quanto quello edificato, «a partire dall'area di Expo». Infine una Milano «capitale italiana dell'integrazione», nella quale si valorizza «il mix di culture e modi di abitare per evitare che si creino ghetti e favorire ancora di più l'incontro tra i mondi che oggi coesistono e popolano Milano».

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