Milano, 2 marzo 2014 - Gabriele Albertini aderisce al Nuovo centrodestra di Angelino Alfano. È il terzo cambio di movimento politico in poco più di un anno per il senatore ed ex sindaco di Milano. Dal Popolo della libertà di Silvio Berlusconi a Scelta civica di Mario Monti, da Scelta civica ai Popolari per l’Italia di Mario Mauro, dai Popolari per l’Italia al Nuovo centrodestra.

Il passaggio di Albertini nelle file degli alfaniani, dopo un tam tam di tweet formigoniani, è diventato ufficiale ieri mattina, quando il senatore si è presentato al Teatro Dal Verme dove era in programma un incontro del Ncd con conclusione affidate ad Alfano. È proprio il ministro dell’Interno a chiamare sul palco Albertini, «un grande sindaco di Milano che ora diventa un protagonista del Nuovo centrodestra». L’ex primo cittadino saluta la platea tra gli applausi e torna con la memoria a 17 anni fa, quando era il falco di Federmeccanica scelto da Silvio Berlusconi per fare il candidato sindaco a Milano: «Il mio ufficio elettorale era davanti al Dal Verme, che allora era solo un rudere. Quattro anni dopo l’abbiamo inaugurato».

Il chiodo fisso di Albertini resta sempre quello, la politica del fare. Più facile attuarla da sindaco che da senatore. L’ex numero uno di Palazzo Marino ora è costretto a occuparsi di più di «politica politicante» e delle grandi manovre nel centrodestra. Non a caso Albertini dal palco lancia un appello a Mario Mauro, il senatore che come lui ha lasciato da europarlamentare il Pdl per aderire a Sc e poi ha fondato i Popolari per l’Italia: «Mario, vieni con noi, abbandona il tuo partito personale, con il tuo manipolo diventeremo una legione e vinceremo la battaglia contro i barbari» (Mauro risponderà poco dopo «no, grazie»).

La platea del Dal Verme si spella le mani. Quasi tutti pensano alle ormai imminenti Europee e alla soglia di sbarramento del 4 per cento. Per gli alfaniani è vitale superarla. La sfida a Silvio Berlusconi parte dal primo appuntamento elettorale. «La storia e il futuro del centrodestra non coincidono con la stessa persona — scandisce Alfano durante il suo intervento —. Il Ncd ha già superato i 100 mila iscritti e i 10 mila circoli, siamo come una start-up di successo». Il leader subito dopo rilancia le primarie citando la parabola di Matteo Renzi, prima sconfitto e poi vincitore nel Pd: «Il centrodestra deve avere la stessa possibilità di scegliere il candidato premier». Albertini, intanto, boccia la sua esperienza con Monti («Scelta civica è diventata Sciolta civica, il Professore non è stato il federatore dei moderati») e promuove Renzi («non è un apparatchik come D’Alema. È un uomo che viene dal mondo cattolico»).

di Massimiliano Mingoia

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