Milano, 28 aprile 2013 - Vertice della Lega Nord nella sede del partito in via Bellerio, a Milano, per decidere la linea da tenere nei confronti del nuovo governo Letta. Il Carroccio tira dritto. "Se nel discorso di Enrico Letta non saranno accolte le richieste che abbiamo fatto, voteremo contrario", ha affermato il capogruppo al Senato e portavoce della segreteria politica della Lega Nord, Massimo Bitonci.

Bitonci ha precisato che il Carroccio chiede al nuovo esecutivo "tre punti". Ovvero, il riconoscimento della macro-regione del nord, il trattenimento del 75 per cento delle tasse sul territorio e "soprattutto le riforme, con l'istituzione di una convenzione". Roberto Maroni, segretario federale e governatore della regione Lombardia, e il presidente Umberto Bossi hanno presenziato alla riunione. 

Maroni la vede grigia. Parlando coi giornalisti al termine della segreteria politica, durata circa mezzora, na detto: ''Secondo me non avrà vita lunga''. Rispetto agli scorsi giorni ''sono stati fatti passi indietro - ha detto - nonostante l'apertura di credito della Lega a Letta''. "Se lunedì non arriveranno risposte concrete sui quattro punti richiesti dalla Lega, fatalmente la Lega sarà all'opposizione di questo governo", ha aggiunto il governatore lombardo.

 

I VOTI AI MINISTRI - Maroni, commentando l'investitura a ministro dell'Integrazione di Cecile Kyenge, ha aggiunto: "Il ministro dell'integrazione? A me piace, io non sono così negativo e non abbiamo nessun problema con lei. Non mi piacciono le cose che ha detto sullo Ius soli e sulla cancellazione della Bossi-Fini''. ''Chiedo ad Alfano di dire esplicitamente cosa ne pensa''.

Per Maroni "Angelino Alfano è una delle note positive, per la garanzia di continuità nella lotta alla mafia, insieme ai ministro Maurizio Lupi e a Graziano Delrio. Sono tre note positive importanti, il resto mi pare piuttosto deludente", ha proseguito il segretario federale della Lega Nord. "Dalla segreteria politica è arrivata la valutazione che in questo Governo ci sono piu' ombre che luci".

A chi gli chiedeva dell'incarico a Flavio Zanonato allo Sviluppo Economico, Maroni ha risposto "non faccio mai il processo alle intenzioni, ma Letta ci aveva garantito che allo Sviluppo Economico avrebbe messo un ministro 'chiavi in mano'. Io ho l'impressione che questo nuovo ministro debba prima imparare a capire ma, con la crisi che c'è, forse non è stata l'idea migliore". Il leader leghista ha avuto parole di elogio nei confronti di Delrio. "Avrei preferito che facesse il ministro dell'Economia", ha affermato, mi auguro che dia corso subito al suo impegno preso come presidente dell'Anci alla cancellazione del Patto di stabilità. Come governatori del Nord", ha concluso poi Maroni, "noi vogliamo mantenere un rapporto di leale collaborazione col governo, soprattutto sui temi concreti come il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga".

 

LA SPARATORIA - Su Twitter Maroni ha commentato la notizia degli spari durante il giuramento del nuovo esecutivo: "La sparatoria a Palazzo Chigi è un atto orribile. Solidarietà ai carabinieri feriti, per l'attentatore voglio una galera senza sconti''.

IL NODO IMMIGRAZIONE - L'immigrazione è uno dei nodi che dividono la Lega dal nuovo esecutivo. Maroni ha detto che quello di Enrico Letta ''è un governo che non rappresenta il nord e ha già espresso posizioni e proposte che mi paiono molto negative soprattutto sull' immigrazione''. "Oggi vediamo un governo dove il Nord non c'è: con Lupi, sì, ma anche con Patroni Griffi il quale dice che è un governo che guarda al Sud". Tra i presenti alla riunione anche l'ex ministro Roberto Calderoli, il presidente della regione Piemonte Cota e il capogruppo leghista alla Camera Giancarlo Giorgetti, arruolato nei giorni scorsi da Napolitano per entrare nella squadra dei saggi.