di Massimiliano Mingoia e Nicola Palma

Milano, 2 marzo 2013 - Il Paperon de’ Paperoni, naturalmente, è sempre lui, Silvio Berlusconi. Consultando le dichiarazioni dei redditi del 2012 (riferite all’anno 2011) di deputati e senatori lombardi della legislatura che si è appena conclusa, il più ricco è il leader del Popolo della Libertà: 35.439.981 euro. Il Cavaliere è il politico più ricco, ma il suo reddito è in netto calo rispetto a quello del 2010 (48 milioni di euro).

Al secondo posto di questa particolare classifica si piazza il senatore pidiellino Salvatore Sciascia con 1.014.294 euro, al terzo il deputato del Partito democratico Furio Colombo (404.625 euro), al quarto un altro deputato del Pdl, Massimo Berruti (331.671 euro), tallonato dalla democratica Linda Lanzillotta (331.195 euro). Il più povero parlamentare lombardo, anzi italiano? L’ex segretario milanese della Camera del lavoro, Giorgio Roilo, senatore uscente del Pd: 29.385 euro.

Camera e Senato, da giovedì, hanno reso possibile la consultazione delle dichiarazioni dei redditi di parlamentari e senatori, secondo quanto prescritto dalla legge 441 del 5 luglio 1982. La strada verso la totale trasparenza delle istituzioni, però, è ancora lastricata di impedimenti burocratici. Sì, perché un semplice cittadino che intenda consultare davanti al suo computer di casa quanto guadagnano i rappresentanti del popolo, lo può fare solo in parte.

L’elenco completo delle dichiarazioni dei redditi dei politici nazionali, infatti, è consultabile solo di persona negli appositi uffici di Montecitorio e Palazzo Madama, a Roma. Nell’era di Internet, i redditi di deputati e senatori non sono on line. Almeno non tutti. Il motivo? Gli uffici di Camera e Senato hanno chiesto a ogni singolo deputato e senatore l’autorizzazione di inserire sui rispettivi siti Internet, all’interno delle schede di presentazione dei parlamentari, la loro dichiarazione dei redditi. Più della metà dei politici si è rifiutata di concedere l’autorizzazione.

Per fare un esempio, dei 97 deputati eletti nelle tre circoscrizioni lombarde nel 2008, solo 47 hanno autorizzato la pubblicazione della dichiarazione dei redditi. Il maggior numero di «no» è arrivato dai parlamentari di Pdl e Lega, mentre nel Pd quasi tutti hanno detto «sì». Tant’è. Tra i pidiellini che hanno messo nel sito della Camera il loro reddito imponibile ci sono l’ex ministro Mariastella Gelmini (166.679 euro), Francesco Colucci (210.576 euro) e Valentina Aprea (109.158 euro). Il derby tutto interno alla Lega, invece, tra l’ex segretario Umberto Bossi e l’attuale leader del Carroccio Roberto Maroni è vinto dal secondo per soli 622 euro. Il Senatùr ha dichiarato 161.542 euro, il neogovernatore lombardo 162.164 euro. Tra i lumbard ci sono anche Marco Reguzzoni (129.701 euro) e Carolina Lussana (143.898 euro), entrambi non ricandidati alle Politiche di domenica e lunedì scorsi.

Anche nelle file dei senatori lombardi la consuetudine di pubblicare il proprio reddito su Internet non ha ancora preso piede. Su 47 eletti a Palazzo Madama, solo nove senatori hanno inserito quanto guadagnano sul sito Internet. Tra loro il professore di Diritto del lavoro Pietro Ichino (212.856 euro), appena rieletto in Senato nella lista «Con Monti per l’Italia», mentre nel 2008 il giuslavorista era stato eletto nelle liste del Pd. Supera i 200 mila euro all’anno anche Alessio Butti, passato dal Pdl ai Fratelli d’Italia. Reddito da 158.719 euro, invece, per la democratica Marilena Adamo, ex capogruppo del Pd a Palazzo Marino. Bruno Tabacci, leader del Centro democratico, ex assessore al Bilancio della Giunta Pisapia, ha dichiarato 113.866 euro.

massimiliano.mingoia@ilgiorno.net