Milano, 20 febbraio 2013 - La Lombardia come l’Ohio. La regione decisiva per stabilire la maggioranza che uscirà dalle urne delle elezioni politiche. La regione più ricca del Paese che attende di conoscere chi la governerà nei prossimi cinque anni dopo l’era Formigoni, rimasto al potere per 17 anni consecutivi. Sono 7.782.245 i lombardi chiamati alle urne domenica e lunedì per le elezioni politiche e regionali. La Lombardia come l’Ohio, lo stato americano decisivo per la vittoria alle presidenziali degli Stati Uniti. Sì, perché la coalizione italiana che vorrà avere la maggioranza in Senato dovrà conquistare la regione che assegna ben 49 seggi su 315 per Palazzo Madama. La governabilità del Paese passa dalla sfida in terra lombarda. Ma molto sentita è anche la battaglia per la conquista di Palazzo Lombardia. Qualche istruzioni per l’uso in vista delle Regionali.

La scheda per l’elezione del nuovo governatore e il rinnovo del Consiglio regionale è di colore verde. Cinque i candidati governatori. Eccoli, nell’ordine in cui compaiono sulla scheda: Silvana Carcano (Movimento Cinque Stelle), Umberto Ambrosoli (centrosinistra, appoggiato da sette liste), Roberto Maroni (centrodestra, sostenuto da sette liste), Gabriele Albertini (area Monti, due liste) e Carlo Maria Pinardi (Fare per fermare il declino).

La nuova legge elettorale, la 53 del 2012, è stata approvata lo scorso 26 ottobre, appena prima dello scioglimento dell’assemblea del Pirellone. Le principali novità della nuova norma? La riduzione dei consiglieri a 80 compreso il presidente (prima potevano essere anche di più). Il divieto di ricandidatura per il presidente con due mandati consecutivi alle spalle (il governatore uscente Formigoni era al quarto mandato). L’eliminazione del listino bloccato del presidente eletto, listino che negli ultimi anni ha fatto discutere (vedi il caso Nicole Minetti). L’alternanza obbligatoria uomo-donna nelle liste.

Confermata, invece, la possibilità del voto disgiunto. Che significa? Vediamo nel dettaglio. Ciascun elettore può votare in quattro modi diversi alle Regionali. Il primo: votare per un candidato alla carica di presidente della Regione. Il secondo: votare per un candidato alla carica di presidente della Regione e per una delle liste a esso collegate. Il terzo: votare disgiuntamente per un candidato alla carica di presidente della Regione e per una delle altre liste a esso non collegate. Il quarto: votare a favore di una lista. In tal caso il voto si intende espresso a favore del candidato presidente della Regione a essa collegato.

Non solo. L’elettore può esprimere anche un voto di preferenza scrivendo di fianco alla lista prescelta il cognome ovvero il nome e il cognome del candidato compreso nella stessa lista. La legge regionale prevede anche un premio di maggioranza. Il presidente eletto e le liste a esso collegate ottengono il 55 per cento dei seggi in Consiglio regionale se il presidente ha ottenuto meno del 40 per cento dei voti oppure il 60 per cento dei seggi se il presidente ha ottenuto almeno il 40 per cento dei voti o una percentuale superiore.

di Massimiliano Mingoia

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