Milano, 30 gennaio 2013 - I capigruppo di Pd, Sel, Idv, Udc e Pensionati al Pirellone sono indagati per peculato nell'inchiesta sulle presunte spese 'pazze' effettuate coi rimborsi regionali in Lombardia. Sono Luca Gaffuri (Pd), Chiara Cremonesi (Sel), Stefano Zamponi (Idv), Elisabetta Fatuzzo (Pensionati), Gianmarco Quadrini (Udc). Tra gli altri indagati ci sono anche Mario Scotti (Udc), ex assessore alla Casa della giunta guidata da Roberto Formigonie Giuseppe Civati.

Le iscrizioni rientrano in una piu' vasta indagine dei pm di Milano Alfredo Robledo, Paolo Filippini e Antonio D'Alessio, che aveva visto notificare nelle scorse settimane 59 inviti a comparire ad altrettanti consiglieri ed ex consiglieri lombardi di Pdl e Lega, indagati sempre per peculato.

 

GIUSEPPE CIVATI - Uno dei 'giovani' piu' in vista del Pd è Gisueppe Civati, che ha speso una somma complessiva di 3145,99 euro negli anni 2008, 2009, 2010, 2011, 2012 per spese - si legge nell'invito a comparire - "estranee all'espletamento del mandato". Tra queste vengono segnalate molte corse in taxi, qualche posteggio, biglietti ferroviari, francobolli, pernottamenti in hotel.

 

CHIARA CREMONESI - A Chiara Cremonesi, "in qualita' di Presidente del Gruppo Sel e consigliere presso la Regione Lombardia", convocata in Procura dai pm il 5 febbraio per difendersi dall'accusa di peculato sono contetsati cappuccini e brioche, focacce e spremute, biglietti ferroviari, rifornimenti di benzina. un master dal titolo 'vincere le elezioni' a 59 euro. Nel  'carrello' della Cremonesi e del suo gruppo, che ha speso 11.4827,70 euro tra il 2010 e il 2012, finiscono anche abbonamenti settimanali ai mezzi pubblici e parcheggi, una piantina floreale da 5 kg a 30 euro, 6534 euro sborsati il 20 marzo 2012 per l'ottimizzazione dei contenuti all'interno del sito, progetto a favore del sito internet di Giulio Cavalli, manifesti 'Lega Ladrona' e 'Formigoni go home'.

 

PRINA - Coi soldi dei rimborsi regionali il consigliere regionale lombardo del Pd Francesco Prina ha pagato diverse bollette ricevute da Enel e Telecom. Spese che, ora, gli vengono contestate nell'inchiesta della Procura che lo vede indagato per peculato. 'Pagamento fattura per cliente Prina Francesco, e' scritto in piu' voci contenute nell'invito a comparire per il consigliere convocato in Procura il 5 febbraio. Il paese in cui sono intestate le bollette e' Corbetta, lo stesso dove e' nato e risiede. Tra quelle telefoniche piu' 'salate' una da 115 euro e 50 centesimi pagata nel giugno del 2008.

 

29 INDAGATI DEL CENTROSINISTRA - In totale, sono 29 i consiglieri dell'opposizione in Regione Lombardia iscritti per peculato nell'ambito dell'inchiesta sui rimborsi ai gruppi. Da quanto si è saputo, la maggior parte dei nuovi indagati è del Pd. Alla maggior parte dei politici regionali gli inquirenti stanno notificando degli inviti a comparire in Procura nei prossimi giorni per ricostruire davanti ai pm l'uso che hanno fatto dei soldi pubblici, mentre alcuni degli indagati sarebbero destinatari solo di un avviso di garanzi.

 

UNA NUTELLA TRA LE SPESE - Una Nutella, per un valore di due euro e 70. C' e' anche questo tra l'elenco delle spese ritenute 'sospette' finite nel mirino della procura di Milano nell'ambito dell'inchiesta sui presunti rimborsi illeciti nella tranche che ha passato al setaccio le spese dei consiglieri regionali dell'opposizione, a cui sono in corso di notifica una ventina di avvisi a comparire. La spesa della Nutella per 2,70 il 31/08/2011, acquisto dvd corso inglese speak now, per 146,80 euro, un 'crodino aperitivo' per 6 euro, quota associativa Ordine dei Giornalisti della Lombardia anno 2008 (101 euro) e' quanto si trova nell'invito a comparire a Carlo Spreafico consigliere regionale del gruppo Partito Democratico della Lombardia.

 

AMBROSOLI - Un invito alle altre liste della coalizione che ha la forza di un impegno personale: a fronte dell’indagine della Procura di Milano, che ha visto estendersi l’accusa di peculato anche a consiglieri del centrosinistra, Umberto Ambrosoli chiede a coloro che saranno rieletti di dimettersi in caso di rinvio a giudizio. Il candidato alla presidenza della Regione Lombardia ha ricordato che chi corre nella sua lista e’ vincolato al codice etico sottoscritto, che “impegna a un cambiamento nel sistema di rimborso e che previene in termini definitivi il rischio” di cui oggi si parla.

“Ho chiesto ai candidati delle altre liste, perchè il problema non riguarda la mia lista civica - ha spiegato Ambrosoli, a margine di un incontro con Cisl e Uil - che quei candidati potenzialmente indagabili si assumano l’impegno a dimettersi, qualora eletti, nel caso fossero rinviati a giudizio”. Ambrosoli ha forzato ancora di piu’ il concetto chiarendo l’intenzione di non attendere “i tre gradi della giustizia”. “Spero che anche Formigoni - ha aggiunto - voglia fare altrettanto in relazione alle indagini che lo riguardano”.