Milano, 10 ottobre 2012 - Il Pirellone trema. La giunta Formigoni potrebbe avere le ore contate. Dopo l'arresto dell'assessore regionale alla Casa Domenico Zambetti, accusato di aver comprato per 200mila euro quattromila preferenze alle elezioni del 2010, la Lega presenta il conto al Celeste.

"Ho in mano le dimissioni dei consiglieri e degli assessori della Lega, domani io e Maroni incontriamo Formigoni", ha detto Matteo Salvini lasciando il Pirellone al termine della riunione convocata dai vertici del Carroccio per decidere il da farsi dopo il caso Zambetti. "Lasciamo a Formigoni la scelta se fare un passo a lato o indietro". Ma Formigoni per tutta risposta si riprende le deleghe degli assessori leghisti.

 

L'ATTACCO DELLA LEGA - Dopo la riunione al Pirellone con i suoi, Salvini ha spiegato le mosse del Carroccio: "Ci aspettiamo quanto meno l'azzeramento dell'intera giunta, il dimezzamento degli eventuali nuovi assessori con un altro nuovo presidente di Regione, consci del fatto probabimente prima di aprile non si andrà a votare". "Purtroppo - sottolinea il segretario - la Regione Lombardia non arriverà a fine mandato. Una Regione che numeri alla mano rivendichiamo essere la meglio amministrata in Italia. Pero' un conto è la buona amministrazione, un conto e' l'infiltrazione criminale che ha portato qualcuno ad essere eletto in Consiglio regionale".

Apprendendo dell'arresto di Zambetti, Salvini aveva commentato dicendo che "la Lega Nord è nata per combattere mostri come la 'ndrangheta, Roberto Maroni è stato nei fatti il miglior ministro anti-mafia di sempre, la Lombardia ha sempre reagito e lo farà anche ora".

 

FORMIGONI RISPONDE E RITIRA LE DELEGHE - "Ubi maior... Domani decideremo a Roma nell'incontro con Alfano e Maroni". Così Roberto Formigoni ha commentato le dichiarazioni di Matteo Salvini della Lega con alcuni esponenti del suo partito. Domani mattina è infatti in programma a Roma un vertice tra il segretario federale della Lega Nord Roberto Maroni, il segretario nazionale del Pdl Angelino Alfano e lo stesso Formigoni, che aggiunge: "Mi sono sentito con il presidente Berlusconi e con il segretario Alfano, che hanno confermato la linea del Pdl: se cade la Lombardia un secondo dopo cadono Veneto e Piemonte''.

E' quanto ha riferito il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni al suo entourage, secondo il quale il governatore è ''assolutamente tranquillo'' perché ''quella assunta stasera dalla Lega è una decisione presa a livello locale''. In tarda serata però dalla cerchia più vicina ha Celeste trapela la notizia che Formigoni avrebbe provveduto a ritirare le deleghe degli assessori leghisti e a prenderle in carico. La svolta è rimbalzata sulle agenzie di stampa. Gli assessori che avrebbero perso la delega sono Andrea Gibelli (Industria e vicegovernatore), Daniele Belotti (Territorio), Giulio De Capitani (Agricoltura) e Luciana Ruffinelli (Sport e giovani)

 

LE REAZIONI - Il vicecapogruppo Pd in Provincia di Milano Roberto Caputo: "Si conclude l'era Formigoni con infamia e con l'accusa ad un suo assessore di collusione con l'ndrangheta. Si vada a votare subito a dicembre e non si aspetti aprile, sarebbe un insulto ai cittadini".

Chiara Cremonesi di Sinistra Ecologia e Libertà: "La Lega dimostri di non bluffare. Se veramente ha intenzione di togliere la spina a Formigoni lo faccia subito senza prolungare l’agonia di una Regione ormai al collasso politico e senza guida in una delle maggiori crisi economiche che la Lombardia abbia mai attraversato".