Milano, 10 agosto 2012 - Vendere palazzi pubblici, residenze da sogno, per salvarsi dai debiti. Anche Milano segue la linea del Governo Monti. E se lo Stato centrale, attraverso l’agenzia del Demanio, fa sapere che «per ora non ci sono ancora liste», Palazzo Marino ha già provato più volte a mettere all’asta case, scuole, prestigiosi edifici in centro, a cifre che farebbero la gioia del bilancio.

Ma i risultati, finora, non sono stati esaltanti. Difficile far digerire al mercato immobiliare acquisti da trenta milioni, in un periodo in cui l’economia è sostanzialmente ferma. Così, la Giunta Pisapia, in particolare l’assessorato di Lucia Castellano, prova a rimediare. Le liste che a Roma ancora non esistono, ci sono, per adesso, solo nei singoli Comuni che hanno già deciso di cedere alcuni beni. A Milano la vendita della prima tranche di immobili appartenenti al fondo “Comune di Milano II” gestito da Bnp Paribas Reim Sgr è partita. La società ha bandito un’asta al massimo rialzo per la vendita di 36 palazzi o lotti di proprietà del fondo, dal valore complessivo di 90 milioni di euro.

Tra questi rientra il palazzo Bolis-Gualdo di via Bagutta 12 nel cuore del centro storico, che era finito nell’elenco pubblicato dal Wall Street Journal. Ben 3.800 metri quadrati abitabili disposti su 4 piani, oltre 5mila complessivi. Si parte da 31 milioni di euro. Costruito all’inizio dell’Ottocento dall’architetto Dordoni, l’edificio è nato come residenza del nobile e letterato Luigi Bolis Gualdo che lì invitava gli intellettuali di tutta Europa. Poi proprietaria divenne la famiglia Litta Modignani che alla fine lo lasciò in dono alla città, che per volere degli stessi nobili benefattori fu destinato alle associazioni. Ma i sodalizi ospiti in via Bagutta, poco alla volta, se ne sono andati. A marzo del 2011 un’ala dello stabile è pure finita in fiamme, e i motivi del rogo restano ancora un mistero. Mentre alcuni anni fa era stata danneggiata una parte del giardino sul retro, nel quale spicca un tempietto con eleganti statue. Il destino di questo palazzo storico in decadenza, adesso, è ancora tutto da scoprire.

A fare gola al mercato, in teoria, ci sarebbero anche due aree edificabili sempre nel centro di Milano: una in via Zecca Vecchia, alle spalle di via Torino, e l’altra in via Quadrio, nella zona di Corso Como. La base d’asta, nel primo caso, è di 10,07 milioni di euro, mentre nel caso di via Quadrio da 2,95 milioni. Un’altra area destinata alla costruzione si trova a pochi passi, in via Anfiteatro: si parte da 4,34 milioni. Spiccano anche porzioni di edifici in corso Vercelli 22 (3,48 milioni) e di via Circo 11 (790mila euro).

Nell’elenco, anche la sede ex acqua potabile di piazza Carbonari 30 non lontano dalla stazione Centrale, usata fino a qualche anno fa dalle associazioni del quartiere e ora abbandonata al degrado. Base d’asta: 580mila euro. Tra gli altri edifici principali del fondo figura anche una villa ottocentesca con oliveto e parco secolare a Recco, in Liguria, tra Nervi e Portofino (base d’asta 5,7 milioni). La speranza è che finisca per interessare qualche facoltoso straniero, anche se vicende recenti di vendite fallite sulla costa ligure non lasciano grande spazio all’ottimismo.