Milano, 27 aprile 2012 - L'onorevole Guido Podesta' (Pdl), attuale presidente della Provincia di Milano, ha ricevuto questa mattina un avviso di garanzia e di chiusura delle indagini relative alla presentazione delle liste elettorali regionali del 2010, quando era coordinatore del partito. La notizia arriva dallo stesso Podestà con una nota sul suo sito, precisando che quanto agli atti ''non ha nulla a che fare con l'attività istituzionale e di amministrazione della Provincia''.

''Questa mattina - scrive sul suo sito Podestà - alle 10,30 ho accolto nel mio ufficio due rappresentanti della Polizia Giudiziaria che mi hanno notificato un'informazione di garanzia sul diritto di difesa e un avviso di conclusione delle indagini. Gli atti sono riferiti alle indagini relative alla presentazione delle liste elettorali regionali 'per la Lombardia' e Provinciali Popolo della Liberta' Berlusconi per Formigoni. Come avevo già in passato dichiarato, ribadisco la mia estraneità ai fatti che mi vengono contestati. Avevo anche affermato e ripeto che la gestione esecutiva e gli adempimenti amministrativi della presentazione delle liste non era di mia diretta competenza, in quanto sempre stata, in ogni tornata elettorale, di responsabilità di un apposito ufficio del partito. Terrò personalmente informati i cittadini attraverso i mezzi di comunicazione di quanto avverrà in seguito''.

 

IL NOME DI PODESTA' -  Da quanto si è saputo, a 'tirare in ballo' Podesta' sarebbe stata Clotilde Strada, che era all'epoca responsabile della raccolta firme del partito e che e' stata anche collaboratrice della consigliera regionale Nicole Minetti. Strada, indagata assieme ad altre persone tra cui alcuni consiglieri provinciali e comunali locali del Pdl nel filone principale delle indagini chiuso nei mesi scorsi, ha raccontato davanti agli inquirenti, che sarebbe stato Podesta', quando stava per scadere il termine della presentazione delle liste e non si era raggiunta la quota sufficiente delle firme, ad indicare di falsificare le firme a sostegno del listino di Formigoni e del Pdl. 

 

LE FIRME FALSE - Podestà è accusato di falso ideologico pluriaggravato (perche' sono piu' di 5 le altre persone indagate e perche' sarebbe stato il promotore) e continuato, poiche' le presunte firme false sono 926. Le firme, stando alle indagini, sono state riconosciute come false dalle persone sentite dagli inquirenti il cui nome risultava posto a sostegno della lista ma che hanno detto di non aver mai firmato. La chiusura dell'inchiesta a carico di Podesta' e' uno stralcio di quella principale e deriva dagli interrogatori di Clotilde Strada e da alcuni riscontri negli atti da parte degli inquirenti.

 

GLI INDAGATI - Tra gli indagati nel filone chiuso ad ottobre ci sono i consiglieri provinciali Massimo Turci, Barbara Calzavara, Nicolo' Mardegan e Marco Martino. Ma anche il consigliere provinciale di Varese del Pdl Franco Binaghi, il sindaco di Magenta (Milano) Luca del Gobbo, il consigliere provinciale di Pavia Gianluigi Secchi e quello provinciale di Monza Massimo Vergani. L'inchiesta era nata a seguito di un esposto in Procura dei Radicali che, dopo aver dato 'battaglia' nei tribunali amministrativi per chiedere l'annullamento delle elezioni, si erano presentati con tre scatoloni con dentro oltre 500 firme da loro ritenute false. Nel corso delle indagini principali Podesta' era anche stato sentito come teste.