Il futuro politico della Lega sembra ormai nelle mani di Roberto Maroni anche se Umberto Bossi non è completamente fuori dai giochi. E' quanto emerge da una analisi sulla rete effettuata da ‘Voices From the Blogs’, l’osservatorio permamente sui social media dell’Università degli Studi di Milano che ha indagato le reazioni dei militanti del Carroccio alle dimissioni del Senatùr dalla carica di segretario federale. "Per fare un po' di chiarezza sulle opinioni della Rete, VfB ha analizzato tempestivamente oltre 33 mila tweet pubblicati tra il 5 e l'8 aprile, la metà dei quali (16 mila) riflette l'opinione dei cittadini lombardi''.

I risultati? La maggioranza relativa addita tutti i dirigenti leghisti come colpevoli dello scandalo sui rimborsi elettorali (35,7%). Ma se c'è da trovare un colpevole, ben prima del tesoriere Belsito (5,7%) o financo dello stesso Bossi (17,4%), il dito degli italiani punta con decisione contro la famiglia del senatur e il cosiddetto cerchio magico (21,5%)'', dato che ''tra i soli lombardi sale al 25,1%''. La bufera di questi giorni ha d'altra parte intaccato la figura dell'ex segretario: ''ben il 31,2% lo vede oramai parte a tutti gli effetti della 'casta'''.

Quanto al futuro della Lega, Maroni ''appare in pole-position per il 64,6% delle opinioni espresse. Il dato pero' scende al 46,6% nella sola Lombardia, mentre cresce l'apprezzamento per Flavio Tosi''. Per un terzo delle persone che hanno espresso opinioni, invece, il ''29% di italiani e 36% di lombardi, ''sarebbe un errore'' considerare Bossi ''fuori dai giochi''. Infine ''i sentimenti sulla Lega si polarizzano rispetto a gennaio: diminuiscono i neutrali, crescono gli ostili (dal 61,3% al 63,1%), ma ancora di piu' i simpatizzanti: dal 21% al 25,4%''.

 

LA PROTESTA SU RADIO PADANIA - Linee telefoniche caldissime a Radio Padania: anche nel giono di Pasquetta l'emittente della Lega riceve decine e decine di telefonate di sostenitori e simpatizzanti che continuano a commentare gli svilupppi delle inchieste della magistratura che hanno travolto i vertici del Carroccio, fino a portare alle dimissioni di Umberto Bossi.  Qualcuno prova a difendere la classe dirigente leghista e lo stesso Senatur, sostenendo che le inchieste "sono una mossa politica per denigrare la Lega" e "se il figlio di Bossi e' arrivato li' vuol dire che non c'era altra gente disponibile". Ma la maggior parte delle telefonate sono di leghisti amareggiati e delusi. E c'e' chi arriva a paragonare il leader storico della Lega a Bettino Craxi, uno dei simboli considerati dal 'popolo padano' emblema del centralismo romano e della I Repubblica. Il paragone pero' scatena la reazione della frangia 'innocentista'. " Ma i segni di scontento sono inequivocabili. Tanto che su un muro di Pontida, cuore dei raduni leghisti, lo striscione con su scritto 'Padroni a casa nostra' e' diventato 'Ladroni a casa nostra'.  

 

 

LA SCRITTA DI PONTIDA - E’ ricomparsa la scritta 'Ladroni a casa nostra' sul prato di Pontida, tradizionale luogo di ritrovo dei raduni della Lega Nord. Ignoti hanno cancellato la lettera 'P' della frase 'Padroni a casa nostra', che da tempo campeggia su un muro che delimita il prato, sostituendola con la lettera 'L'. La stessa manipolazione beffarda era stata fatta lo scorso marzo.