Milano, 6 aprile 2012 - ''La situazione è precipitata dopo la malattia del segretario federale Umberto Bossi''. Lo ha detto la segretaria amministrativa della Lega Nord, Nadia Dagrada, ai pm di Milano e Napoli nell'interrogatorio del 3 aprile. ''Dopo il 2003 - ha spiegato - c'è stato 'l'inizio della fine': si è cominciato con il primo errore, consistito nel fare un contratto di consulenza a Bruxelles a Riccardo Bossi, se non ricordo male da parte dell'onorevole Speroni. Dopodichè si sono cominciate a pagare, sempre con i soldi provenienti dal finanziamento pubblico, una serie di spese personali a vantaggio di Riccardo Bossi e degli altri familiari. In particolare, con i soldi della Lega venivano pagati i conti personali di Riccardo Bossi, per migliaia di euro, e degli altri familiari, come per esempio i conti dei medici sia per le cure dell'onorevole Bossi sia dei suoi figli. A tal riguardo mi risulta che Belsito paghi con i soldi della Lega tali conti''.

 

LAUREA RENZO BSSI E ROSY MAURO - La segretaria amministrativa della Lega Nadia Dagrada ha  detto: ''Belsito mi ha riferito che sono stati dati soldi in contanti a Pier Moscagiuro, compagno di Rosy Mauro affinche' pagasse le rate per le spese della scuola privata per conseguire il diploma, la laurea, credo ottenuti entrambi in Svizzera. Inoltre Belsito mi ha detto anche di aver pagato le rate per il diploma e poi la laurea della stessa Rosy Mauro pagando con i soldi della Lega. Per quanto riferitomi da Belsito - i titoli di studio sono costati circa 120mila euro prelevati dalle casse della Lega -. Credo che i titoli siano stati conseguiti in Svizzera. Inoltre anche Renzo Bossi dal 2010 sta prendendo una laurea all'' Universita' privata di Londra. E chiaramente le spese sono tutte a carico della Lega, anche qui credo che il costo sia sui 130mila euro''.

 

"SOLDI IN NERO IN CASSE DEL PARTITO" - Nelle casse della Lega Nord "circolavano anche soldi 'in nero'". A riferirlo ai pm di Milano e Napoli è la segretaria amministrativa del Carroccio, Nadia Dagrada. "Sapevo che c'era il 'nero' che finanziava il partito - aggiunge la donna - ma io ho assistito a un solo episodio di 20 milioni di lire portati da Balocchi e prelevati dall'ufficio di Bossi". Ai magistrati che le fanno ascoltare l'intercettazione di una conversazione con Belsito chiedendole chiarimenti, Dagrada spiega: "Castelli stava insistendo, anche con me, per vedere i conti del partito e quindi io consiglio a Belsito di riferire al capo Umberto Bossi, vista la consistenza delle spese sostenute per la famiglia Bossi, di non permettere a Castelli di fare questi controlli e che quindi per poter continuare a pagare le spese della famiglia bisognava fare ricorso al 'nero', cioe' ad incassare liquidita' senza registrazione contabile alcuna".

 

"ALTRI DELLA SEGRETERIA SAPEVANO" -  C'erano ''altri soggetti della segreteria'' che erano ''a conoscenza delle elargizioni che sistematicamente, da anni, vengono fatte a favore dei Bossi, del sen. Rosi Mauro, del Sindacato Padano, fuori da ogni regola contabile e di bilancio''. E' quello che si legge negli atti di indagine con al centro l'ex tesoriere della Lega Francesco Belsito, indagato a Milano, Napoli e Reggio Calabria. ''A conoscenza delle varie operazioni e' anche Daniela Cantamessa (...) della segreteria particolare di Umberto Bossi''. E che in molti sapessero, secondo gli investigatori, e' testimoniato da ''eloquenti, precise e circostanziate (...) decine di telefonate'' tra l'ex tesoriere e la responsabile amministrativo contabile di via Bellerio.

 

CANTAMESSA: "AVVISAI BOSSI" - Durante gli interrogatori del 3 aprile, Ii pm di Milano e Napoli chiedono Daniela Cantamessa, segretaria particolare del leader della Lega dal 2005, di spiegare il senso di una frase pronunciata al telefono con l'altra segretaria, Nadia Dagrada, in cui dice ''il capo continua imperterrito con quello che gli ho detto''. ''Mi riferivo - risponde Cantamessa - al fatto che io stessa avevo avvisato Bossi delle irregolarit… del Belsito, o meglio della sua superficialità ed incompetenza, e del fatto che la Rosy Mauro era un pericolo sia politicamente e sia per i suoi rapporti con la famiglia Bossi''. La segretaria aggiunge invece che in quella chiacchierata con il leader della Lega non affronto mai le questioni relative a Manuela Marrone. ''Non nominai a Bossi la moglie perchè mi sembrava indelicato''. In quella telefonata dell'8 febbraio scorso, Cantamessa ha anche riferito che la Dagrada gli confermò di ''aver suggerito a Belsito di fotocopiarsi tutta la documentazione compromettente, in modo che rimanesse la prova delle malversazioni effettuate e che chi non era stato fedele al partito ne pagasse le conseguenze, prima fra tutti la Rosy Mauro''.