Milano, 7 aprile 2012 - Dopo circa un'ora e mezza si è concluso l'incontro in via Bellerio tra l'ex segretario federale della Lega Nord Umberto Bossi e l'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni.  Quest'ultimo, verso le 17, ha infatti lasciato in auto via Bellerio mentre nella sede sono rimasti lo stesso Bossi e l'ex ministro Roberto Calderoli. Bossi è uscito dal quartier generale del Carroccio solo in tarda serata, intorno alle 22.30.

 

ROBERTO MARONI - ''Diciamo che riprende l'iniziativa politica della Lega, a partire già dalla prossima settimana'': così Roberto Maroni ha spiegato il risultato dell'incontro di oggi con Umberto Bossi al quale erano presenti anche Roberto Calderoli e Giancarlo GIorgetti. ''Abbiamo fatto il punto della situazione - ha detto Maroni - e discusso delle prime iniziative da prendere, a partire già dalla prossima settimana, dopo le festività pasquali. Ci sarà in primo luogo la riunione del comitato amministrativo della Lega. E poi ci metteremo al lavoro sulle iniziative politiche del Movimento per garantire la trasparenza finanziaria dei partiti''.

 

UMBERTO BOSSI - Si è recato nella chiesa di Santa Giustina a Milano Umberto Bossi, tra le 15 e le 16 di oggi, quando è uscito, per rientrarvi circa un'ora dopo, da via Bellerio, dove intorno alle 16.30 è iniziato l'incontro con Roberto Maroni. Incontro che questa mattina da Gemonio Bossi aveva spiegato essere stato richiesto da Maroni e al quale non è chiaro se partecipi anche Roberto Calderoli, che si trova anche lui nella sede della Lega.

In mattinata, invece, Bossi è rimasto nella sua casa a Gemonio, finchè non è partito per Milano. "Ricandidarmi? Ancora non ho deciso, ve lo dirò dopo la decisione della data del congresso". Queste le parole dell'ex segretario federale della Lega, lasciando la sua abitazione per raggiungere via Bellerio. A chi gli ha chiesto se intende dare un suggerimento al comitato che guideràmomentaneamente il Carroccio, ha risposto: "La Lega è pericolosa, è sotto l'occhio, non solo di Roma 'farabutta' che ci ha dato questo tipo di magistrati ma è sotto l'attenzione anche della militanza. Bisogna fare le cose giuste e che interessano alla gente". Poi, riguardo al nuovo tesoriere ha detto: "Stefano Stefani deve rintracciare tutta una faccenda molto oscura, anche l'avvento di questi che poi si scoprono legati alla mafia''.

La lettura che Umberto Bossi dà dell'inchiesta in cui è indagato Francesco Belsito, accusato di riciclaggio,
appropriazione indebita e truffa aggravata ai danni dello Stato, è di una cosa organizzata: "Noi siamo nemici di Roma padrona e ladrona, anche dell'Italia, del centralismo italiano, uno Stato che non riuscirà mai a essere democratico".  "E quindi - ha aggiunto - il nord deve prendere in seria considerazione di mandarli tutti a quel paese". Nel suo discorso, Bossi ha ricordato che Belsito si è avvicinato alla Lega tramite l'amicizia con Maurizio Balocchi, l'ex amministratore che "si era ammalato e non era più autosufficiente". Belsito, ha continuato, "è riuscito a entrare nella Lega: chiaramente gli hanno fatto fuori tutto attorno". Bossi ha concluso che "non è un caso" che lo scandalo sia scoppiato, dopo la rottura dell'alleanza tra Pdl e Lega. A suo avviso c'è chi teme che la Lega "sequestri tutti i voti del nord". Ed era necessario "agire prima".

 

VIA BELLERIO - Umberto Bossi, dopo ieri, giorno in cui si è dimesso dalla carica di segretario federale della Lega Nord, ha trascorso la mattinata in casa a Gemonio:  villetta con tutte le finestre chiuse, almeno quelle della facciata che da’ sulla strada. Verso le 12.30, è arrivato in  via Bellerio. Nella sede della Lega  sembra una normale giornata di lavoro quella di oggi: dove non si è interrotta la routine quotidiana e, a ricordare la giornata di ieri e le dimissioni di Umberto Bossi, resta solo uno striscione appeso a fianco dell'ingresso con scritto 'La Lega Nord e' Bossi'. Intorno alle 11 nella sede è anche arrivato Roberto Calderoli che insieme a Roberto Maroni e Manuela Dal Lago reggerà la segreteria della Lega fino al congresso federale.

 

RIUNIONE PER ABBRACCIO A BOSSI - L'appuntamento per un 'abbraccio' a Umberto Bossi sarà martedì prossimo al PalaCreberg di Bergamo.  Matteo Salvini ha spiegato che c'è questa ''riunione autoconvocata da tutte le città del Nord per abbracciare Bossi, che ancora non si sa se sarà presente''. ''Ripartiamo da oggi. Io rimango all'abbraccio commosso fra Bossi e Maroni di ieri. L'unità del movimento è una priorità e non c'è spazio per pirla e furbi''. La notizia delle sue dimissioni ha creato sorpresa, e lo testimonia il fatto che nelle edicole vicino a via Bellerio i principali quotidiani sono oramai esauriti ma, secondo Salvini gli interventi a Radio Padania dimostrano che ''la scelta di Bossi ha dato dignità'' a tanti militanti.

 

SFIDUCIA AL SEGRETARIO DI VARESE - Dieci componenti su sedici del direttivo provinciale della Lega di Varese chiederanno la sfiducia del segretario provinciale Maurilio Canton. I dieci, di area maroniana, avrebbero annunciato la loro intenzione in una lettera inviata al presidente della Lega lombarda Giancarlo Giorgetti. Alla base della sfiducia ci sarebbe la partecipazione di Canton alla manifestazione pro-Bossi organizzata davanti alla sede della Lega in via Bellerio a Milano nel corso della quale Roberto Maroni è stato pesantemente contestato come "Giuda". Maurilio Canton ha spiegato di non saperne nulla. "Quando lo faranno, vedremo, ne prenderò atto - ha affermato il segretario provinciale di Varese - sono curioso però di capire le motivazioni". Le dimissioni di Canton potrebbero quindi arrivare a seguito di una mozione di sfiducia votata in direttivo provinciale. Se non sarà possibile mettere ai voti la mozione, scatterebbero le dimissioni contestuali dei 10 'maroniani'. Essendo la maggioranza dei membri, il segretario provinciale decadrebbe automaticamente. A quel punto la segreteria provinciale sarebbe commissariata, fino allo svolgimento di un nuovo congresso.

 

 UN VICINO DI CASSA DI BOSSI - ''Io ci metto la mano sul fuoco, lui è una persona onesta, poi la politica porta ad altre cose'': lo racconta un vicino di casa di Bossi a Gemonio. Uno che lo conosce da tempo e che pero' non vuole dire il suo nome. A Gemonio, la mattina dopo le dimissioni di Bossi, nel bar Sesi, quello frequentato dal leader, ci sono piu' cronisti e telecamere che avventori. I pochi presenti sfogliano i giornali con le notizie sulle dimissioni dell'illustre compaesano. In silenzio.