Milano, 5 aprile 2012 - "Mi dimetto per il bene del movimento e dei militanti. La priorità è il bene della Lega e continuare la battaglia". Cosi' Umberto Bossi ha presentato le dimissioni da segretario della Lega Nord, durante la riunione del Consiglio federale, in via Bellerio. 

Il Consiglio Federale, all'unanimità, ha chiesto ripetutamente a Umberto Bossi di ritirare le sue dimissioni ribadendo al contempo l'unanime stima e solidarietà al Segretario Federale, che, però, ha ribadito con fermezza di ritenere irrevocabile la sua decisione di dimettersi. A fronte di questa decisione il Consiglio Federale, sempre all'unanimità, ha deliberato di nominare Umberto Bossi nuovo Presidente Federale della Lega Nord, con la richiesta di proseguire la sua attività politica con una determinazione e convinzione, se possibile, ancora maggiori.

In serata Bossi ha aggiunto che ha preferito lasciare perché, travolto dallo scandalo, ''stando lì sarei stato solo di intralcio''. Il Senatur, ai microfoni del Tgcom24, nega poi di credere nel tradimento di Maroni. Lui ha tradito? ''Non e' vero mica. Non è vero''. Poi commenta: " C'erano di mezzo i miei figli, non potevo stare lì. Adesso faranno il controllo di tutto. Chi ha ricevuto soldi deve ridarli. Comunque io non avevo nessuna voglia di star lì, devono avere mano libera, il gruppo che deve impegnarsi". Bossi ha anche detto: "Mentre parlavo al Consiglio Federale, mi veniva da piangere".

Umberto Bossi ha lasciato, per la prima volta da segretario federale dimissionario, la sede della Lega Nord, in Via Bellerio, verso le 19.30. Bossi si è allontanato a bordo della sua auto, senza fare dichiarazioni, mentre alcuni militanti che, da fine mattinata erano arrivati davanti alla sede per manifestargli solidarietà, urlavano 'Bossi, Bossi' e 'Vai Umberto'.

 

IL 'TRIUMVIRATO' - Al posto di Umberto Bossi sarà un triumvirato a guidare il partito: il coordinatore delle segreterie nazionali, Roberto Calderoli, l'ex ministro dell'Interno, Roberto Maroni, e la parlamentare veneta Manuela Dal Lago,  non quindi da Carlo Giorgetti come precedentemente detto.  Nel corso della riunione si sono succeduti numerosi interventi dei presenti, che hanno manifestato la loro commozione e l'unanime apprezzamento per la scelta compiuta da Umberto Bossi per tutelare al meglio il movimento, ringraziandolo per aver accettato la nomina a Presidente Federale con un lungo e sentito applauso. Secondo l'Ansa domani ci sarà un incontro in via Bellerio tra Maroni e Bossi.

 

IL NUOVO TESORIERE - Nel corso della seduta il Consiglio Federale ha inoltre deliberato la nomina dell'onorevole Stefano Stefani a nuovo Segretario Amministrativo Federale del movimento, in sostituzione del dimissionario Francesco Belsito, e ha nominato gli onorevoli Silvana Comaroli e Roberto Simonetti quali nuovi componenti del Comitato Amministrativo Federale, in seguito alle dimissioni dei senatori Roberto Castelli e Piergiorgio Stiffoni dal sopradetto organismo. E' stata infine deliberata la richiesta che il Comitato Amministrativo Federale sottoponga immediatamente ad una società di revisione dei conti esterna la certificazione della situazione patrimoniale della Lega Nord.

 

ROBERTO MARONI -  ''C'è stata grande commozione quando Bossi, durante il federale, ha detto che voleva dare le dimissioni. Gli abbiamo chiesto di rinunciare ma è stato irremovibile''. Poi Bossi ha indicato i nomi dello stesso Maroni, di Calderoli e di Manuela Dal Lago come triumvirato fino al Congresso. E a questo punto Maroni ha replicato: ''Umberto - gli ha detto Maroni - non pensare di andare in vacanza ... Se deciderai di ricandidarti al congresso federale questo autunno io ti sosterrò e ci siamo lungamente abbracciati".

L'ex ministro ha continuato: ''Adesso ci mettiamo al lavoro per fare pulizia, andando a guardare i conti e aprendo tutti i cassetti''.  ''E' importante anche - ha aggiunto - che sia stato dato incarico a una società di revisione esterna per la verifica patrimoniale''. L'ex ministro dell'Interno ha lasciato la sede della Lega intorno alle 20.15 senza alcun segnale di contestazione nei suoi confronti. Un gruppo di sostenitori di Bossi, un paio d'ore prima, aveva lanciato volantini contro un'auto in cui pensava ci fosse l'ex responsabile del Viminale, volantini che lo definivano "traditore", ma nessuno di loro ha aspettato che uscisse davvero. La sua auto, insieme a quella della scorta, è stata infatti seguita solo da fotografi e operatori tv.

 

SILVIO BERLUSCONI - Raccontano di un Silvio Berlusconi molto addolorato per la bufera giudiziaria che ha coinvolto Umberto Bossi e la sua famiglia. Qualcuno scommette che dietro le dimissioni irrevocabili di oggi al Consiglio federale della Lega ci sia anche lo zampino del Cavaliere, che gli avrebbe consigliato il passo indietro come gesto di responsabilita', di fronte alla tempesta mediatica e giudiziaria. Non e' escluso che anche oggi i due si siano sentiti. Con Umberto c'è innanzitutto un'amicizia personale, oltre che un legame politico, il suo gesto di grande responsabilita' merita il rispetto di tutti, avrebbe confidato l'ex premier a chi lo ha sentito in queste ore. Che colpo al cuore, anche Umberto e' stato vittima della solita magistratura a orologeria, e' finita un'epoca, senza di lui nulla sara' piu' come prima, avrebbe detto ai suoi il leader pidiellino, preoccupato dal 'dopo Bossi'.

 

MILITANTI INCREDULI - Quando la notizia si è diffusa, i militanti che si trovavano davanti al quartier generale per manifestare solidarietà al leader del Carroccio sono rimasti increduli. Poi, approfittando dell'apertura del cancello della sede della Lega in via Bellerio, hanno fatto irruzione all'interno del quartier generale leghista dove è ancora in corso la riunione del consiglio federale. Una volta arrivati nel cortile, a ridosso della palazzina che ospita gli uffici, i manifestanti hanno scandito i cori: "Bossi, Bossi", "Padania libera", "Né neri né rossi, ma liberi con Bossi" e "Butta fuori i traditori". Al termine del blitz, durato una decina di minuti, il servizio d'ordine del Carroccio ha di nuovo fatto uscire tutti all'esterno dell'immobile. I sostenitori sembrano comunque non accettare le dimissioni del loro leader a tal punto che alcuni hanno listato a lutto alcune bandiere con il suo nome. Prevale lo sconforto tra gli stessi militanti che continuano a presidiare la sede di via Bellerio in attesa di un cenno o di una parola da parte del capo.

I militanti avevano risposto all'appello lanciato, stamani, ai microfoni di Radio Padania, da parte del senatore leghista Giuseppe Leoni e ad alcuni sms che giravano fin dalla mattinata. ''La militanza - aveva detto Leoni - deve stare vicina al Capo. Deve andare in via Bellerio ad aspettare l'arrivo dell'Umberto. La politica e tutte quelle palle vengono dopo. Adesso dobbiamo stare uniti e vicini al capo''. Lo stesso invito, è girato tra i messaggi dei militanti leghisti. "Oggi, alle 14:15, tutti in Bellerio per solidarietà con il capo, mi raccomando". I dirigenti leghisti, sempre per dimostrare il proprio sostegno a Umberto Bossi, sembra stiano preparando una manifestazione per martedì. Il luogo e l'orario sono ancora da definire ma l'idea è quella di un evento sulla linea del comizio pro-Roberto Maroni, organizzato a Varese dopo la 'direttiva-bavaglio' contro l'ex ministro dell'Interno.

 

I GIOVANI PADANI - I 'Giovani padani' ringraziano Umberto Bossi e chiedono di conoscere i colpevoli di tutta la vicenda che ha portato il leader all'addio. "Non c'e' storia - scrive Lucio Brignoli, coordinatore federale del 'Movimento giovani padani', in una nota - Umberto Bossi è un vero leader! Grazie per tutto quello che hai fatto e che farai... ora vogliamo i colpevoli".

 

LACRIME VIRTULAI IN RETE - 'Nessuno dubiterà mai di te'; 'Per noi sei un mito, e niente e nessuno potrà cancellarlo'; 'Il Capo non si tocca'; 'Ragazzi, mi scendono le lacrime. Copiose'; 'Quel che da' fastidio e' che a pagare sia solo Bossi e non la banda di biscazzieri che ha fatto affari alle sue spalle'. In Rete le lacrime virtuali dei militanti, 'leali a Bossi, un eroe alla William Wallace'. Chi non era in via Bellerio si è raccolto sul web, nei profili facebook e sui blog dedicati al Carroccio, per far sentire il calore della base al Capo dimissionario dopo '30 anni di lotte a testa alta'.

Ma i fans del Carroccio non sono soli, sul profilo Facebook di Radio Padania si infilano anche i contestatori dei 'lumbard', che gongolano per l'uscita di scena del leader storico e per le notizie durissime battute dalle agenzie. Prontamente bannati' con l'accusa di essere 'tutti romani', costringono i gestori del profilo a chiudere la bacheca per un paio d'ore. Incredulità e rabbia anche sul profilo Facebook di Roberto Maroni.

 

L'INCHIESTA SU BELSITO - La decisione di Bossi arrivano dopo che dalle carte dell'inchiesta sul tesoriere della Lega Francesco Belsito, indagato per truffa, appropriazione indebita e riciclaggio, e' emersa una cartella denominata 'Family'. E dalle intercettazioni al vaglio degli inquirenti emerge l'ipotesi che il Senatur abbia passato alle casse del partito denaro in nero. E ancora, gli investigatori ipotizzano che Renzo Bossi abbia "portato via" da via Bellerio i "faldoni" sui lavori di ristrutturazione della sua casa "per timore di controlli".

Tra i destinatari dei fondi sottratti dalle casse della Lega e utilizzati per i bisogni della famiglia Bossi ci sarebbe anche l'ex ministro Roberto Calderoli. Gli inquirenti napoletani che questa mattina hanno esaminato il materiale sequestrato parlano di documentazione contabile che attesterebbe la distrazione di alcune somme destinate alle spese dei familiari di Bossi. A Milano nel frattempo è stato nuovamente interrogato Paolo Scala, consulente della Lega e anche lui indagato con l'accusa di appropriazione indebita.