Milano, 23 luglio 2011 - Filippo Penati rompe il silenzio politico e torna a parlare delle vicende che lo riguardano sulle presunte tangenti intascare sui lavori dell'Area Falck: “Continuano sui mezzi d’informazione ad apparire interpretazioni o ricostruzioni parziali, infondate e contraddittorie, a proposito di vicende contenute negli atti processuali. Interpretazioni e ricostruzioni che, specie negli ultimi giorni, sono state prospettate anche da dichiarazioni o interviste di persone direttamente coinvolte nella vicenda giudiziaria”.

L'esponente del Pd non accetta che il suo nome venga infangato: “Le contraddizioni però sono evidenti: quando per esempio si sostiene che uno degli accusatori, per sua stessa dichiarazione, avrebbe iniziato a sporgere denunce fin dal 2006 e che da allora il suo rapporto con il sottoscritto sarebbe cambiato, si smentirebbe di fatto ciò che si legge da altre parti. E cioè che lo stesso sarebbe stato un finanziatore molto attivo del Partito democratico, soggetto che però nascerà soltanto nell’ottobre del 2007. E ancora, pare sempre più evidente la contraddizione tra i due imprenditori sestesi : prima uno dice di aver dato all’altro, in Lussemburgo, 2 miliardi e mezzo di lire, poi l’altro che, in interviste odierne, prende le distanze dal primo e pare smentire l’eventualità liquidandola come “gossip”.

Autosospeso dalla cariche politiche, ma fortemente determinato a uscire pulito da una vicenda molto delicata: "Questo tipo di comunicazione è gravemente lesivo della verità e della mia immagine personale e politica. Mi pare totalmente contradditorio ed incivile affermare da un lato il principio di non colpevolezza dell’indagato e dall’altro ricostruire in modo parziale ed unilaterale fatti ed episodi che solo le regole di indagine giudiziarie sono probabilmente in grado di effettuare. Per questo chiedo a tutti di aver fiducia e rispetto nel lavoro della magistratura. Ribadisco la mia totale estraneità ai fatti che mi si addebitano. Confido di poterlo dimostrare nel più breve tempo possibile”.