IO INVECE andrò a votare perché ci sono sempre andata da quando avevo diciott’anni e non vedo perché dovrei, adesso che ne ho 54, smettere per far piacere a chi mi dice come devo vivere o che la mia presenza al seggio potrebbe dare una spallata al governo. Non scherziamo. Cresciuta a pane ed educazione civica come tutti quelli della mia generazione, ricordo ancora nitidamente con quale stupore ascoltai nel ’91 Bettino Craxi invitarci ad andare al mare invece che a votare per la preferenza

Naturalmente mi recai al seggio e votai no, scelta di cui sono convinta ancora adesso. E anche questo significa che chi vuole troppo interpretare le volontà dell’elettore (o chi gioca sulle sue paure) commette un grave errore, vedi i risultati delle ultime amministrative. Nel merito dei quesiti non voglio neanche entrare, tanto più che sono convinta che non vivrò abbastanza per vedere una centrale nucleare nel mio Paese.
 

Lo faccio però per mio figlio, per i miei nipoti e per tutti quelli che verranno, perché di loro e di scelte importanti per l’ambiente, come quella della gestione dell’acqua, mi sento responsabile. Così come per i referendum sul divorzio e sull’aborto tante mamme, compresa la mia, che non avrebbero mai pensato di lasciare il marito o di interrompere una maternità (sono infatti la prima di quattro figli) votarono per darci questi importanti diritti civili. «Lo facciamo per voi, perché domani possiate essere liberi di scegliere», era il ritornello di donne che oggi hanno una certa età, ma che sicuramente domani mattina saranno di buon’ora al seggio, con i documenti giusti nella borsetta. Mi sento di condividerle. Del resto non ho scelta: mio padre l’ultima volta prima di morire andò a votare con l’ambulanza: non riusciva più a muoversi ma non intendeva rinunciare a quello che, come ci ha sempre inculcato, considerava un diritto-dovere, figuriamoci quindi se io posso mancare a questo appuntamento.
 

Quanto al pericolo di spallata al governo, non è un mio problema. Non è certo colpa mia se in questo Paese, da un po’ di anni a questa parte si respira sempre un clima di emergenza o se l’elezione di un sindaco diventa un test politico fondamentale. Per cui oggi andrò serenamente al seggio come ho sempre fatto, non per far dispetto a qualcuno, ma per esercitare un mio diritto. E spero che tanti facciano come me.